lunedì 20 maggio 2013
L'aumento dell'Iva dal 21 al 22%, previsto per il primo luglio,
comporterebbe per le famiglie una stangata da 135 euro l'anno. A tanto
ammonterebbe, spiega il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio
Mariano Bella, l'importo che sarebbe devoluto dalle famiglie
all'incremento della spesa, visto che l'alquota impatta sul 70% dei
consumi totali. Si tratterebbe, per il solo 2013, dal luglio a dicembre,
di 70 euro in più che "contribuirebbero a deprimere i consumi".
L'Ufficio studi ha anche rivisto le stime sulla nati-mortalità delle
imprese del del commercio al dettaglio a fine anno: sono 26mila quelle
che potrebbero scomparire a causa della crisi. E sull'aumento dell'Iva è
intervenuto anche il presidente nazionale Carlo Sangalli in
un'intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica dal titolo
"Evitiamo un'altra calamità sui consumi", che si può leggere dal sito
della Confcommercio nazionale.
Da registrare anche la presa di posizione del presidente della
Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca: "“Il possibile aumento a luglio
dell’Iva dal 21 al 22% andrà ad infuocare un’estate che metterà a dura
prova la resistenza di molte imprese del commercio del turismo e dei
servizi – commenta Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di
Vicenza. Anche se la previsione d’aumento non riguarda i beni di prima
necessità, l’impatto sui prezzi toccherà circa il 60-70% dei beni in
commercio, con ovvie ripercussioni negative sulle vendite di tantissime
attività commerciali, che anche a livello locale, stanno già vivendo un
momento tremendo”.
“E’ evidente – continua il presidente di
Confcommercio della provincia di Vicenza - che un ulteriore inasprimento
dell’imposta sarà deleteria per i consumi, che continueranno a calare,
percorrendo la direzione opposta a quella che serve alle nostre imprese.
Ricordiamoci che l’Iva è, appunto, l’imposta che grava sui consumi,
ovvero un’imposta “neutra” per settori come l’industria e l’artigianato,
che riversano l’imposta sul successivo passaggio, ma particolarmente
incisiva sull’andamento del commercio, turismo e servizi, che sono gli
unici settori a diretto contatto con il consumatore finale. Ovvio che se
aumenta l’Iva dovranno di conseguenza aumentare i prezzi dei prodotti,
ma in tutto questo, oltre i consumatori, ne risentirà negativamente il
comparto commerciale, che dovrà fare i conti con una situazione ancora
più difficile, con la costante del calo dei consumi che dura ormai da
anni”.
“Ma se le vendite si ridurranno ancora – afferma il
presidente Rebecca -, poiché la capacità di spesa dei consumatori è
quella che è, ed è tartassata da continui prelievi fiscali, la
situazione per molti negozi diventerà insostenibile. Ci sono operatori
commerciali che per resistere, e soprattutto per non licenziare i
dipendenti che conoscono da una vita, stanno intaccando i propri
risparmi, ma questa è una situazione che non può andare avanti per
molto. Ci auguriamo quindi che il Governo trovi le risorse che servono
al Paese, da una seria e imprescindibile politica di controllo e
riduzione della spesa pubblica e non dall’aumento dell’Iva. La domanda
interna tra investimenti e consumi muove l’80% del PIL ed è ferma:
alzare l’aliquota Iva significa deprimere ancor più il sistema,
portandolo a rischi estremi”.
“Aggiungo un’ultima osservazione -
dice Rebecca -: da qui all’estate, le nostre imprese sono sottoposte a
pressione fiscale inaudita, che parte dalle prime rate 2013 della Tares,
la tassa sui rifiuti e servizi; a giugno ci sarà l’Imu, poiché
l’imposta per i beni strumentali non è stata sospesa; vanno poi aggiunti
il pagamento del saldo delle imposte sui redditi 2012 e i contributi
previdenziali; il primo acconto imposte sui redditi e contributi 2013 e
il saldo e acconto Irap, imposta regionale sulle attività produttive.
Infliggere un ulteriore colpo alle vendite, aumentando l’aliquota Iva,
non va nella direzione di creare sviluppo e occupazione, né tanto meno
ricchezza su cui calcolare le imposte da versare allo Stato”.
ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.