Nordest, 2013: i consumi scendono a -2,9% rispetto a una media nazionale del -2,8%; il tasso di disoccupazione è al 6,7% su una media nazionale del 10,7%; il Pil diminuisce di un altro 2,2%, quando la media nazionale registra un -2,1%.
Sono solo alcuni dati della fotografia scattata a Nordest da Confcommercio, che il 28 maggio ha viste riunite le associazioni territoriali di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige per la quarta tappa del Roadshow dal titolo “ImPresa diretta con il territorio”, con la presenza del presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, dei presidenti delle Confcommercio del Veneto Massimo Zanon, del Friuli Venezia Giulia Pio Traini, delle province autonome di Trento Giovanni Bort e di Bolzano Walter Amort.
Ad aprire i lavori, il vicepresidente nazionale e presidente Confcommercio della provincia di Vicenza Sergio Rebecca. Il cui intervento è stato fin da subito un richiamo alla politica: “Il Governo – ha detto Rebecca - indichi alcune priorità sulle quali agire fin da subito. La prima, la più urgente: non ritoccare l’Iva, ascoltando l'appello che da tempo Confcommercio ripete. Agire ancora sull’Iva sarebbe una mazzata inconsulta che farebbe crollare la domanda interna. Ne aggiungo un’altra – ha continuato Rebecca -, ancora più indispensabile per il futuro dell’economia del nostro Paese e del nostro Triveneto: il turismo. E’ un patrimonio unico, inimitabile, dalle enormi potenzialità, che potrebbe garantire crescita ed occupazione e che invece non si sta valorizzando per nulla. Quel che è peggio, non esiste nemmeno un disegno di prospettiva per il rilancio del turismo e ciò è incredibile e imperdonabile al tempo stesso”.
Le priorità indicate da Rebecca sono seguite ad una analisi del suituazione in cui versa un Nordest “ripiegato su se stesso – ha affermato il Vicepresidente nazionale - . Non più quello che ricordavamo come un formidabile catalizzatore di attività produttive e di terziario competitivo”. E i numeri, in questo senso parlano chiaro. Nel 2012, il saldo della nati-mortalità nelle imprese del commercio in Veneto è stato di -3.138 attività (il commercio al dettaglio registra un -1.599 imprese), cui vanno aggiunti un saldo di -1.139 imprese dei servizi di alloggio e ristorazione e di circa -1.000 imprese di servizi, agenzie di viaggio e attività immobiliari.
Sempre nel 2012, il saldo della nati-mortalità delle imprese del Friuli Venezia Giulia ha registrato un -678 imprese del commercio (di cui -396 al dettaglio), -250 imprese dei servizi di alloggio e ristorazione, e un ulteriore -400 imprese di servizi, agenzie di viaggio e attività immobiliari.
Nello stesso anno, Il Trentino Alto Adige ha registrato nel settore del commercio un saldo di -519 attività, di cui -288 di commercio al dettaglio, -337 nei servizi di alloggio e ristorazione, e circa -150 imprese di altri servizi, agenzie di viaggio e attività immobiliari.
In questo contesto si inseriscono le iniziative itineranti organizzate da Confcommercio insieme alla proprie strutture regionali, che hanno lo scopo di raccogliere istanze, priorità e aspettative delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi che verranno sottoposte al Governo in occasione dell'Assemblea generale della Confederazione del 12 giugno. Si tratta di vere e proprie Assemblee territoriali per testimoniare, dalla viva voce delle associazioni regionali e degli imprenditori, la sofferenza dell'economia reale e le ragioni di un sistema di imprese che da troppo tempo sta vivendo sulla propria pelle e a caro prezzo gli effetti drammatici della crisi.
Al centro dell’incontro odierno la pressione fiscale, con l’annunciato aumento dell’Iva, e il peso di un’eccessiva burocrazia ai quali, nelle tre regioni del Nordest si sommano gli effetti delle liberalizzazioni del commercio, che stanno mettendo in ginocchio, decretandone in molti casi la chiusura, le imprese del settore.
“Sembra che per l’Europa giri uno strano refrain: la vera concorrenza vi renderà liberi - dichiara il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon - Ma con le liberalizzazioni una parte del tessuto economico può anche dissolversi, una parte del lavoro venir meno. Le liberalizzazioni sono state compiute male e nel momento sbagliato, ma soprattutto, più che liberalizzazioni sono state o hanno avuto l’effetto, così’ come impostate, di vere e proprie dissoluzioni, basta vedere i dati sulla nati-mortalità delle attività del commercio, del turismo e dei servizi nella nostra regione. Ma guardiamo avanti, ai giovani e a quel terziario avanzato, soprattutto legato ai servizi, nel quale molti di loro si riconoscono, che può rappresentare un’opportunità di crescita. Le loro capacità si esprimono soprattutto in questo settore, che ha grandi potenzialità e nel quale si concentra lo spirito innovativo delle nuove generazioni”.
“Il decreto Monti ‘Salva Italia’ prevede una vera e propria ondata di liberalizzazioni nel commercio al dettaglio - afferma Walter Amort, presidente dell’Unione commercio, turismo e servizi dell’Alto Adige - con conseguenze fortemente negative anche per la nostra regione. Invece di promuovere la concorrenza, queste misure finiranno per sostenere il processo di concentrazione e il predominio di pochi grandi gruppi in diversi settori. A questo punto appare praticamente inarrestabile la moria di piccole e medie imprese familiari. Ciò comporta la perdita di innumerevoli posti di lavoro, il crollo del servizio di vicinato con ripercussioni negative per la popolazione, lo sviluppo dei quartieri nelle città e dei paesi e, di conseguenza, per la qualità della vita. Promuovere la liberalizzazione del commercio convinti che avrebbe generato maggiore concorrenza è un atto irrazionale. La liberalizzazione è doverosa in presenza di grandi mono od oligopoli, ma non nel commercio, dove a garantire della giusta concorrenza sono le moltissime piccole aziende a conduzione familiare”.
“La voce delle imprese, delle piccole e medie imprese – spiega Giovanni Bort presidente di Confcommercio Trentino – è stata per troppo tempo inascoltata e rischia di esserlo ancora oggi. Abbiamo il dovere di fare da cassa di risonanza delle esigenze delle migliaia di aziende che con i loro imprenditori e i loro collaboratori portano avanti il Paese, e si sforzano di confrontarsi quotidianamente con una realtà che mette davanti agli occhi solo cifre negative. Ciò che rimane senza segno meno, ancora, è la burocrazia, il peso dell’imposizione fiscale, uno Stato per certi versi bizantino che ostacola anziché agevolare l’impresa privata. Ci adopereremo affinché su queste emergenze, delle quali ci facciamo portatori, i dibattiti e il dialogo portino a risultati concreti, riforme che permettano all’economia dei territori di fare un’inversione di marcia e crescere con fiducia. Le testimonianze dei nostri imprenditori sono la chiave per capire che il tempo a disposizione è terminato; ora stiamo giocando i tempi supplementari”.
“L’appuntamento di Venezia è simbolico per le piccole imprese del terziario – conclude il presidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia Pio Traìni - Nella ‘capitale’ del Nordest, con la nostra presenza, trasmetteremo al presidente Sangalli l’urgenza di insistere sul Governo per una riduzione della pressione fiscale, ormai insostenibile, senza dimenticare la criticità di un accesso al credito sempre più complesso causa i criteri restrittivi del mondo bancario. Un incontro fondamentale con un territorio chiave dell’economia italiana, quello di oggi, utile a raccogliere le aspettative delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi in estrema difficoltà in questi anni di crisi. Al nostro sistema nazionale oggi trasmettiamo in particolare il disagio della nostra zona di confine a ridosso della Slovenia”.
Alle sollecitazioni dei presidenti regionali ha risposto il presidente nazionale Carlo Sangalli, che ha espresso un
giudizio "positivo" sul governo, che però deve passare "dalle parole ai
fatti". "Finora - ha detto Sangalli parlando dell'esecutivo Letta - il
giudizio è certamente positivo, specialmente per le cose che sono state
annunciate, laddove il premier dice che le piccole e medie imprese, che
noi rappresentiamo, sono il vero motore dello sviluppo. Adesso è
necessario passare dalle parole ai fatti". Per quanto riguarda la
questione dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, il
presidente di Confcommercio ha espresso l'auspicio che il Senato
recepisca "la compensazione debiti-crediti" perché "un Paese normale non
può ammettere che un imprenditore presenti i libri in tribunale per
colpa del mancato pagamento di debiti della pubblica amministrazione".
Al proposito, ha ricordato, "è stato presentato un decreto" che è
"ancora un percorso a ostacoli". Sangalli ha quindi sottolineato che "se
il problema è passare dal rigore e austerità alla crescita bisogna
ridurre una pressione fiscale oggi insopportabile per le famiglie e le
imprese''. Rispondendo poi indirettamente alla cautela espressa dal
ministro Saccomanni sull'Iva, ha aggiunto: ''è inevitabile cancellare
ogni ipotesi di ulteriore aumento perché va contro la domanda interna,
che vale l'80% del Pil, ed è l'elemento fondamentale per consentire la
crescita''. Proprio sul tema degli investimenti, che per Saccomanni sono
il tema su cui l'Italia deve concentrarsi dopo la chiusura della
procedura di infrazione, Sangalli ha osservato che ''gli investimenti
sono importanti, ma il problema reale di questo Paese è la debolezza
strutturale della domanda interna. Noi possiamo rilanciarla soltanto se
non la fermiamo con un'ulteriore aumento dell'Iva''. ''E' indiscutibile -
ha proseguito il presidente di Confcommercio - che la chiusura della
procedura di infrazione per l'Italia sia una buona notizia, perché
rappresenta un'iniezione di fiducia di cui il Paese aveva assolutamente
bisogno. Ma non bisogna mai dimenticare come è stato raggiunto questo
ambizioso traguardo, attraverso i sacrifici di imprese e famiglie che
per tantissimo tempo hanno accettato la dolorosa politica del rigore e
oggi sono al collasso''. Infine Sangalli ha ricordato le stesse parole
pronunciate dal premier Enrico Letta a proposito della necessità di
rilanciare l'occupazione. ''Il primo compito di questo governo, ha detto
il presidente Letta, e' di fare tutto il possibile per ricostruire
occupazione. Questo vuol dire rimettere in moto la crescita, e la
crescita - ha concluso - la rimetti in moto sollecitando la domanda
interna".
I dati presentati il 28 aprile al Roadshow sono visibili in questo link al sito di Confcommercio nazionale.
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