Continua la campagna di Confcommercio Veneto contro la cementificazione. Il consumo di suolo è stato infatti al centro del convegno regionale che si è svolto venerdì 29 novembre a Mestre, dal titolo ‘Il buon governo del territorio: Urbanistica e difesa del suolo’.
Ad aprire i lavori è stato il vicepresidente e assessore al Territorio della Regione Veneto Marino Zorzato. Che, parlando del Piano Casa regionale approvato all’alba di oggi, ha ammesso che se “In passato è mancata una linea comune nel disegno del territorio perché in alcuni casi si è progettato gli uni contro gli altri, lo si è fatto per soddisfare le esigenze del momento in un’epoca di sviluppo economico che vedeva il Nordest in forte crescita. Avevamo i sindaci in coda a chiedere e concedere autorizzazioni per l’edificazione di nuovi centri commerciali e ora i sindaci si ergono a paladini dell’ambiente – ha spiegato – Oggi le cose sono cambiate, perciò anche il Piano Casa, che concede ampliamenti fino all’80% della superficie esistente, non comporterà cementificazioni selvagge perché sono venute meno le esigenze che c’erano in passato. Certo una regolamentazione era ed è necessaria: oggi guardiamo con occhio più attento al paesaggio, ma bisogna anche crescere e bisogna stare attenti a non gettare il bambino assieme all’acqua sporca”.
“Il Veneto è indubbiamente una delle regioni più belle d’Italia e tra le più cementificate – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – Non basta lanciare l’allarme, ma occorre continuare sulla strada dell’informazione per alimentare un cambiamento culturale capace di contrastare il fenomeno e puntare la prua verso la bellezza, che è alla base di un’economia futura sostenibile. Troppi errori sono stati fatti in passato e auspico che non si proceda più su questa strada”.
Massimo Zanon ribadisce l’amarezza nei confronti di una situazione denunciata da tempo e confermata dai dati: il 30% del suolo è cementificato, e meno male che ci sono le Dolomiti ad abbassare la media. “Un eccesso lungo vent’anni, scatenato da politiche del territorio che hanno privilegiato interessi diversi da quelli sociali, paesaggistici, antropologici – aggiunge il presidente di Confcommercio Veneto - Ora tutti dicono che bisogna porre un freno a questo andazzo. Resta il fatto che siamo la seconda regione d’Italia più cementificata e, siccome si fa prima a distruggere che a costruire, la necessaria discesa dal podio sarà lunga: nel frattempo le periferie si sono riempite di capannoni e lottizzazioni di case invendute, i centri commerciali ampliano a dismisura, è storia di questi giorni con l’Auchan di Mestre, mentre i centri storici si svuotano di attività e negozi, insomma di vita vera. È ora di dire basta, mettere un punto e andare a capo”.
“Per la prima volta nella Legge regionale sul commercio si parla di salvaguardia del territorio – conclude Zanon - Un concetto da tenere stretto, sempre presente, quando si parla di quelle aree lungo le strade nuove, che possono generare nuovi appetiti e sulle quali molto probabilmente qualcuno (e mi preoccupa pensare a chi possa essere questo qualcuno, stando al Rapporto di Legambiente) ha già messo gli occhi. I sessanta consiglieri del Veneto, e non solo il presidente, se avranno il coraggio di salvare la loro regione dalla totale deregulation potranno essere ricordati per aver dimostrato che si può avere ancora ottimismo per il futuro”.
Eugenio Gattolin, direttore di Confcommercio Veneto, ha dichiarato che “Se il Piano Casa prevede ampliamenti delle abitazioni fino all’80%, il concetto di contenimento del consumo di suolo vale fino a un certo punto”.
Enrico De Mori, delegato FAI, traendo spunto da alcuni casi esemplari di "paesaggi violati" e di ‘minacce all’ambiente’ come quelle rivolte ad Asolo e Barcon, ha parlato dei metodi e delle modalità con cui il Fondo per l'Ambiente Italiano è intervenuto concretamente per promuovere un uso sostenibile del territorio. “Rolle, un borgo punto FAI”, in comune di Cison di Valmarino, sarà presentato come progetto pilota capace di coniugare valori identitari, bellezza, cultura e saperi materiali in una prospettiva di sviluppo economico e sociale.
Paolo Pileri, docente di pianificazione territoriale ambientale al Politecnico di Milano, ha dichiarato che “Una società che non tutela il suolo, non ha a cuore il futuro. Il ritmo di consumo di suolo in Italia (e il Veneto non sfugge a tale analisi) è insostenibile e viaggia a 8 m2/sec (ISPRA 2013). Il Veneto, dal 1970 al 2006, ha subìto una perdita di superfici agricole pari a 151.783 ettari, praticamente 4.216 ettari all’anno e 11,6 ettari al giorno. Le scelte dissennate del passato recente e in larga misura del presente, continuano a mettere a repentaglio la sicurezza, l'indebitamento e l’incolumità dei cittadini così come la sicurezza alimentare, messa in crisi da una cementificazione incontrollata che non si preoccupa del bilancio alimentare locale. E’ singolare e preoccupante come solo in presenza di calamità naturali riaffiori il tema dell’uso sconsiderato del suolo. La letteratura scientifica internazionale da tempo ribadisce sia l’importanza dei suoli liberi (quindi non urbanizzati), sia la necessità di limitare i consumi di suoli e quindi di frenare l’urbanizzazione, spesso eccessiva e inutile, vista la quantità di volumi esistenti e non utilizzati. Molti Paesi si sono dati regole per fronteggiare ciò; noi al momento abbiamo solo una buona proposta di legge che, se non verrà approvata, ci rigetterà irresponsabilmente indietro di 20 anni”.
Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, ha detto che “Bisogna porre uno stop alla costruzione di nuovi mega insediamenti per dar vita invece a ecoquartieri con l’obiettivo di rigenerare le periferie. La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e una mobilità nuova sono indispensabili per uscire dalla morsa di traffico e dallo smog. Sono tre sfide non rinviabili per uscire dalla crisi e rendere attraente, efficace e più semplice l'investimento nella città impedendo che i capitali in fuga da questa producono anonime urbanizzazioni e piastre commerciali ai danni di campagne, coste e spazi aperti,
aggravando ulteriormente la vitalità economica e sociale dei centri urbani”.
Amerigo Restucci, rettore dell'Università Iuav di Venezia, dove insegna Storia dell'Architettura, ha affermato che ““Il territorio, se lo si vuole salvaguardare, va governato. L'articolo 9 della nostra Costituzione dice che La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Il Veneto ha un ricchissimo patrimonio che bisogna salvaguardare e il paesaggio, che in questo senso è stato trascurato per anni, deve essere parte centrale di un cambiamento capace di mettere insieme passato e futuro. Se si consente l’ampliamento degli ipermercati in periferia, com’è successo con l’Auchan, non ci si deve sorprendere se il numero degli abitanti di Venezia è in calo vertiginoso: per ogni assunto in un centro commerciale se ne perdono 4/5 nei negozi dei centri storici”.
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