“Tfr: l’ipotesi di conferire in busta paga il 50% del Trattamento di Fine Rapporto è un modo per scaricare su lavoratori e aziende la soluzione di un problema, facendola passare per una ‘grande trovata’ del Governo", così Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto sulla proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. "In realtà - continua Zanon-, quelli sono soldi del lavoratore. Lo Stato cosa ci mette di suo? In sostanza, senza fare il minimo sforzo, si chiede a lavoratori e aziende di arrangiarsi per risolvere il problema della ripresa dei consumi. In secondo luogo, ma solo in secondo luogo, l’anticipo percentuale del Tfr ridurrebbe la già forte carenza di liquidità delle piccole e medie imprese, che l’assistenza bancaria ventilata da Renzi non risolverebbe poiché le imprese stesse dovrebbero poi pagarla in qualche modo, e comprimerebbe ulteriormente i margini di redditività delle imprese con conseguenti difficoltà a conservare gli attuali livelli occupazionali”.
“Di certo non farebbe ripartire i consumi: lo dimostra il fatto che, ad esempio, gran parte dei cittadini che hanno usufruito degli 80 euro in più in busta paga li hanno impiegati secondo il “principio di precauzione” in strumenti assicurativi e previdenziali. Per ridare fiato ai consumi è necessario, come chiediamo da tempo, ridurre la pressione fiscale per cittadini e imprese secondo un progetto strutturale in grado di ridare fiducia al mercato”.
CONFCOMMERCIO NAZIONALE SU TFR: MISURA CHE INDEBOLISCE IL SISTEMA ECONOMICO
"La necessità di rendere più moderno il mercato del lavoro e di metterlo al centro dell'agenda di governo è certamente apprezzabile soprattutto se tutta la legge delega risulterà coerente con l'obiettivo di favorire flessibilità per le imprese e opportunità occupazionali, certezza delle norme e interventi finalizzati a semplificare gli adempimenti e ridurre i costi sul lavoro diventati ormai insopportabili per le imprese. E questo vale, soprattutto, per quelle del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti che hanno esigenze di gestione specifiche e che non sopporterebbero certo l'ipotesi che sta circolando di anticipare il Tfr in busta paga, misura che indebolirebbe ulteriormente il nostro sistema produttivo e accentuerebbe le difficoltà finanziarie delle imprese incidendo anche negativamente sull'occupazione". Così Confcommercio innetrviene nel dibattito in corso sulla riforma del mercato del lavoro e del Tfr. Confcommercio, che è firmataria di oltre 20 contratti collettivi nazionali che coprono complessivamente oltre 5 milioni di lavoratori, auspica, pertanto, che "il confronto consenta di dare quelle giuste risposte alle imprese italiane favorendo in tal modo anche la ripresa dell'occupazione.
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