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CARBURANTI: ASSOPETROLI ASSOENERGIA IN ASSEMBLEA

Nell'Assemblea regionale si è discusso delle prospettive del settore alla luce della Legge di Stabilità 2015

martedì 02 dicembre 2014
Fonte: Confcommercio Veneto
“L’aumento dell’Iva e le ulteriori accise sui carburanti, mascherate da clausole di salvaguardia e contenute nella legge di stabilita per il 2015, potrebbero portare solo in Veneto alla perdita di 4mila posti di lavoro e su base nazionale a circa 60.000” lo ha affermato Giancarlo Miotto, Coordinatore di Assopetroli Assoenergia Veneto, che ha riunito nei giorni scorsi in assemblea generale a Padova le Aziende associate per discutere, assieme al presidente nazionale Franco Ferrari Aggradi, al vicepresidente vicario nazionale Sergio Salsi, le e prospettive del settore alla luce delle norme contenute nella Legge di Stabilità per il 2015, appena varata dalla Camera dei Deputati, che ora approda in seconda lettura al Senato della Repubblica.

Presenti all’Assemblea anche numerose Aziende del comparto della commercializzazione dei carburanti e dei prodotti energetici, non associate ad Assopetroli e provenienti dalle regioni limitrofe, oltre ai Coordinatori di Assopetroli Assoenergia del Friuli Venezia Giulia Fulvio Seriau e del Trentino Alto Adige Bruno Cristoforetti.

“Purtroppo cambiano i tempi, ma l’idea è sempre la stessa: aumentare le accise su benzina e gasolio per far fronte a misure spesso settoriali i cui risultati possono non essere quelli attesi come nel caso del bonus di 80 euro, piuttosto che attuare una seria e puntuale revisione della spesa pubblica improduttiva che permetta di affrontare i problemi di questo Paese in modo strutturale - continua Giancarlo Miotto - e questo nonostante siano state poste in campo altre misure per la crescita, come quelle volte alla riduzione del costo del lavoro e all’incentivazione dell’occupazione o le agevolazioni fiscali per il ripristino del patrimonio edilizio che, se aumenteranno Iva e accise, rischieranno di rivelarsi inutili generando non solo un pesante aggravio di spesa per i consumatori ma, soprattutto, faranno crollare ancor più i consumi nel nostro settore che è già colpito da una profonda crisi e, per le nostre regioni, da un’imbattibile concorrenza fiscale dei Paesi a noi vicini”.

Il riferimento è agli effetti del previsto aumento progressivo dell’Iva dal 22 al 25,5%, sui prodotti anche di prima necessità che, sommato all’introduzione di ulteriori accise sui carburanti per oltre 1,7 miliardi di euro annui a decorrere dal 2015 e di ulteriori 700 milioni anni a decorrere dal 2018, manderanno a picco consumi già drasticamente ridotti.

“Se l’Iva aumenterà ancora, il crollo delle vendita fra il 2015 e il 2019, anche qui in Veneto, sarà di circa 20 punti percentuali - ha aggiunto il Coordinatore Veneto Giancarlo Miotto - Quindi, l’incremento potenziale delle imposte, che dovrebbe portare un maggior gettito fiscale, sarà quasi interamente vanificato dalla perdita generata dal crollo dei consumi”.

“Gli effetti derivanti dal possibile, quanto verosimile, aumento delle aliquote IVA delle accise sui carburanti farebbero lievitare il peso fiscale superando la soglia del 60% del prezzo al consumo già raggiunta nel mese appena concluso. - dichiara il presidente nazionale di Assopetroli Franco Ferrari Aggradi che aggiunge - Abbiamo già detto alle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato nel corso della nostra audizione sulla legge di stabilità, e oggi lo ribadiamo con forza, che tra il 2014 e il 2021 il conto per i cittadini che deriva dagli effetti dalle abusate clausole di salvaguardia che aumentano le accise, sarà salatissimo e supererà al netto dell’Iva i 16 miliardi di euro. Considerare sempre e solo le accise come la fonte certa per sostenere il bilancio dello Stato è sbagliato. Occorre cambiare passo, occorre un’assunzione di responsabilità da parte della politica rispetto a una reale necessità di revisione della spesa pubblica improduttiva, per non generare nuovi effetti fortemente recessivi per i consumi che potrebbero determinare un impatto occupazionale negativo per il nostro settore, tanto per questi territori, quanto a livello nazionale e che abbiamo stimato in 60.000 posti di lavoro che potrebbero volatilizzarsi”.
Ma c’è un’altra nota dolente, che tocca da vicino il Veneto, patria delle Dolomiti: la riduzione nel 2015 e l’azzeramento dal 2016 dei crediti d’imposta relativi ai combustibili gasolio e gpl utilizzati per il riscaldamento nelle aree montane o climaticamente svantaggiate del Paese.
“Il credito rappresenta una agevolazione concessa al Cittadino per la diminuzione del prezzo finale del combustibile - spiega Miotto - Tale agevolazione è oggi pari a 0,129 €/mc e interessa esclusivamente limitati territori considerati svantaggiati in quanto privi della rete del metanodotto o soggetti a condizioni climatiche più rigide rispetto alla restante parte del territorio nazionale. Con l’eliminazione del credito il costo finale del bene aumenterà. Così si colpisce una fascia di popolazione svantaggiata”.

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