Partito dal Veneto è arrivato in Parlamento. Lo spettacolo “TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO”, sulle conseguenze della contraffazione in termini economici e di salute,martedì 26 maggio è andato in scena, tra gli applausi, alla Camera dei deputati, alla presenza del vicepresidente Luigi Di Maio e degli studenti di alcune scuole di Roma. Voluto dalla Regione Veneto assieme alle più rappresentative associazioni del settore moda, il monologo di Tiziana Di Masi rappresenta i danni della più subdola e redditizia attività delle mafie.
Tra i rappresentanti del Tavolo della Moda presenti (ne fanno parte Confcommercio, Confartigianato, Confindustria, Cna, Confesercenti) c’era anche il presidente di FederModaItalia-Confcommercio Veneto Giannino Gabriel.
“Finalmente la politica si è accorta dell’attività che abbiamo svolto come Tavolo della Moda in Veneto - dichiara Giannino Gabriel - Con grande soddisfazione siamo stati chiamati a portare la pièce nel più rappresentativo Palazzo della politica. Alla quale chiediamo di dar seguito al nostro appello con azioni concrete a salvaguardia del Made in Italy, incredibilmente ‘snobbato’ dall’Europa”.
“TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO” è scritto dal giornalista Andrea Guolo e la produzione è sostenuta fin dagli esordi dall’assessorato all’Agricoltura e Tutela del Consumatore della Regione Veneto, dal tavolo congiunto Sistema Moda Veneto, dalle principali associazioni dei consumatori e patrocinata da Enti e associazioni internazionali all’interno di un programma di misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.
La produzione, diretta dalla vicentina La Piccionaia-I Carrara teatro stabile d’innovazione, è l’esito di un percorso artistico complesso e, anche attraverso momenti di amara ironia, pone l’accento sulla nocività per la salute della quasi totalità degli oggetti contraffatti e sull’esistenza di una “filiera del dolore” di cui ciascun cittadino/consumatore diviene parte (e complice) nel momento in cui sceglie di acquistare un bene contraffatto, alimentando il business delle mafie. Inoltre lo spettacolo mette in luce il danno economico diretto che impatta sulle comunità. Il giro d’affari della contraffazione, che soltanto in Italia è stimato a 6,9 miliardi di euro, sottrae infatti 110 mila posti di lavoro regolari all’anno e, nel mondo, costringe 115 milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare invece di andare a scuola.
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