“Dateci le grandi opere: non sono solo crescita, sono vita”. L’appello è di Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, circa 50mila imprese associate, preoccupato per lo stallo del governo sulle infrastrutture e per il ‘doppio binario’ adottato su quello che è ‘solo’ l’emblema delle grandi opere indispensabili alla sopravvivenza e (magari) alla crescita del sistema economico delle imprese.
“Lo sguardo è puntato sul Piemonte, verso la Francia, ma la Tav non è solo Torino e Lione: interessa direttamente anche altre regioni, Veneto e Friuli comprese, collegamento indispensabile con il Nord Europa. E non è nemmeno l’unica opera vitale per la nostra economia - afferma Zanon – Siamo disconnessi sia in direzione verticale che orizzontale, verso i Paesi del Nord, con i quali il Veneto ha storicamente scambi commerciali di grande rilievo, e tutta l’area dell’Italia centrale”.“Non parlo solo di collegamenti ferroviari, ma anche di quelli via mare, cielo e gomma, e delle potenzialità soffocate di un’area geografica che potrebbe trainare l’economia nazionale verso una crescita degna delle proprie risorse e della proprie capacità imprenditoriali. Invece per gli investimenti tra il 2009 e il 2017 l’Italia è in ritardo di ben 77 miliardi di euro rispetto alla media dei Paesi dell’Unione europea e perde ogni anno 34 miliardi di Pil proprio per le carenze infrastrutturali”.
“Questo non significa ignorare che c’è un tema ambientale da conciliare allo sviluppo economico e dei trasporti. Siamo consapevoli che di errori, su questo piano, ne sono stati fatti, e tutti ne stiamo pagando le conseguenze. Si tratta però di trovare soluzioni che non sacrifichino una via rispetto all’altra. Diversamente, sull’onda dei ‘no’ senza alternative, si rischia di far fallire il Paese, o quantomeno renderlo meno attrattivo e più povero”.“Confcommercio l’ha chiesto a livello nazionale, io sottoscrivo e ribadisco per il Veneto: bisogna mettere a frutto le risorse programmaticamente disponibili nel bilancio dello Stato per gli investimenti infrastrutturali (stiamo parlando di circa 100 miliardi di euro), e realizzare le opere vitali per poter competere in Europa e nel mondo”.
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