A pochi mesi dall’entrata in vigore della fattura elettronica, per la stragrande maggioranza degli operatori del commercio, del turismo e dei servizi si avvicina un’altra rivoluzione epocale nei rapporti con fisco: la sostituzione di scontrini e ricevute fiscali cartacei con quelli digitali. A partire dal 1° luglio 2019 saranno i soggetti con volume d’affari superiore a 400 mila euro ad essere obbligati a trasmettere all’Agenzia delle Entrate i corrispettivi giornalieri in modalità telematica, mentre per il resto dei titolari di partita Iva, l’obbligo scatterà dal 1° gennaio 2020.
Confcommercio nazionale, con una lettera inviata al Ministro Tria, ha chiesto una proroga, per dare più tempo agli esercenti di conoscere meglio le modalità dell’adempimento ed attrezzarsi con le strumentazioni adatte per farvi fronte. Infatti, gli operatori interessati, per passare alla trasmissione dei corrispettivi in modalità telematica, saranno obbligati a cambiare i registratori di cassa o adattare quelli già in dotazione, così come avere una connessione internet per trasmettere in maniera sicura i dati all’Agenzia delle Entrate.
Sulla questione interviene Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza, soprattutto per ribadire come, ancora una volta, le nuove norme vadano a complicare la vita di molti commercianti, già alle prese da qualche mese con le difficoltà della fatturazione elettronica. “Non entro nel merito della bontà o meno dell’innovazione telematica che sta riguardando il fisco – dice Rebecca – ma anche questa scadenza, come quella più recente della fattura elettronica, tocca nel vivo la maggioranza degli operatori del nostro settore. Molti di loro, infatti, dovranno sostituire il registratore di cassa, affrontando una spesa che, in base ai nostri calcoli, va da 600 euro in su per l’acquisto di un nuovo apparecchio e non meno di 250 euro in caso si opti per adattare quello già in dotazione. Anche se il fisco prevede un rimborso, nel primo caso di 250 euro e nel secondo di 50 euro, più la deducibilità della spesa dai redditi – prosegue Rebecca - è pur vero che spetta al negoziante sborsare la cifra e che non recupererà mai quanto speso, sia per registratore telematico, sia per avere un collegamento internet adeguato alla trasmissione dei corrispettivi. Una sorta di nuova tassa sull’innovazione, quindi, oltre che l’ennesimo adempimento gravoso sulla gestione di tante attività commerciali, che stanno affrontando momenti economici non certo felici”.
Non si può dire nemmeno che i negozianti risparmieranno “almeno” il costo dei rotolini di carta per i registratori di cassa, in quanto i “vecchi scontrini” continueranno ad essere emessi per permettere all’acquirente di effettuare sostituzioni o rimborsi dei prodotti acquistati o documentare la garanzia sugli stessi. C’è infine un'altra questione: per il passaggio al nuovo sistema di trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, mancano ancora due decreti attuativi, entrambi fondamentali per l’operatività della riforma. Il primo decreto dovrà aggiornare l’elenco delle tipologie di esercizi che non sono tenute all’emanazione del nuovo scontrino elettronico (secondo Confcommercio saranno gli stessi che non sono tenuti ad emettere già ora lo scontrino fiscale, come tabaccai, benzinai, giornalai, ecc.). L’altro decreto dovrà individuare le aree del paese dove, a causa di una cattiva connessione ad internet, continuerà a essere possibile l’emissione dello scontrino fiscale cartaceo.
“Come Confcommercio - conclude il presidente dell’associazione di Vicenza – ci attendiamo che il governo valuti la proroga per tutti della scadenza, e che lavori per applicare le nuove regole in modo equilibrato, innanzitutto dando tempo e risorse agli operatori interessati per adeguarsi a questo passaggio epocale; secondo, non creando divisioni sul territorio, con aree dove vi sarà l’obbligo della trasmissione telematica dei corrispettivi e altre in cui, non essendoci connessione internet sufficiente, si potrà continuare con il metodo cartaceo. In caso contrario, si creerebbe un’evidente spaccatura, con il nord dell’Italia sempre connesso con il fisco e il Sud che lo sarà quando sarà possibile”.
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