Il 2019 si chiude con un complessivo +1,58% per un totale di 150.795 immatricolazioni rispetto alle 148.451 registrate nel 2018. E’ questo il dato delle immatricolazioni auto in Veneto diffuso da Unrae, che conferma una situazione sostanzialmente stazionaria del mercato.
Per Giorgio Sina, presidente del Gruppo Confcommercio Veneto Auto e Moto, non si tratta di un risultato esaltante, condizionato “dalla congiuntura economica di incertezza e instabilità alla quale si aggiunge il disorientamento nel consumatore sul modello di alimentazione del veicolo da prediligere”.
Resta il fatto che il parco mezzi veneto è datato. Si calcola che circa il 45% dei veicoli circolanti in regione abbia più di 10 anni di vita. E questo significa mezzi più inquinanti. In questo senso, la transizione all’elettrico è ancora lenta: “Non siamo ancora pronti – afferma il presidente Sina - sia in termini di mentalità che di infrastrutture e di autonomia delle batterie”. Le crescite importanti in termini di percentuali che registra questo segmento non devono ingannare: il + 194,6% sul 2018 registrato dalle autovetture e dai fuoristrada con alimentazione elettrica registrati in Veneto nel 2019 corrisponde, in verità, a 825 nuove immatricolazioni. Meglio le ibride, che hanno raggiunto quota 11.046 (+34,6% sul 2018) e rappresentano attualmente il 7,3% del totale.
Tornando ai dati generali delle immatricolazioni, ecco i risultati delle singole province venete: a crescere maggiormente è Verona (+7,29%), seguita da Padova (+6,04%) e Treviso (+1,44%). Segno negativo per Rovigo (-0,92%), Vicenza (-1,39%), Venezia (-3%) e Belluno (-8,8%).
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