Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto “Aiuti”, un altro provvedimento per aiutare famiglie e imprese a far fronte agli aumento innescati dalla crisi energetica. Una prima parte dei 14 miliardi che il Governo mette in campo servirà per intervenire su energia, carburanti e rincaro dei prezzi per le opere pubbliche, oltre che per misure a favore di una serie di enti pubblici, per i profughi e per le imprese più colpite dalle conseguenze dalla guerra.
La seconda parte, da 6 miliardi verrà invece utilizzata per coprire un bonus da 200 euro una tantum destinato, tra gli altri, a lavoratori e dipendenti con redditi fino a 35mila euro ma anche ad autonomi, lavoratori stagionali e collaboratori domestici,I fondi arriveranno attraverso "il proseguimento del prelievo straordinario sulle imprese produttrici, importatrici, rivenditrici di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi per i quali si prevede un ulteriore prelievo del 15% sulla medesima base imponibile definita nel precedente intervento".
Ma le misure del provvedimento non finiscono qui. Tra quelle più rilevanti:
Confcommercio: “interventi necessari e attesi, ma non ancora sufficienti”
“Dal Governo misure importanti per rafforzare la capacità di rigassificazione del nostro Paese e favorire la diversificazione degli approvvigionamenti, anche attraverso la temporanea riattivazione delle centrali a carbone. Bene anche le norme volte a semplificare la realizzazione e l’ammodernamento di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, di elettrodotti e di asset energetici strategici, così come quelle che prorogano le riduzioni straordinarie delle accise sui carburanti, a fronte del perdurare degli effetti dell’emergenza energetica. Particolarmente positive, inoltre, la previsione di un credito d’imposta in favore dell’autotrasporto contro il caro gasolio e l’introduzione dell’aliquota Iva ridotta al 5% anche per il gas naturale per autotrazione”. Questo il commento sulle misure approvate dal Consiglio dei ministri da parte di Confcommercio, che parla di “interventi necessari ed attesi”, ma tuttavia “non ancora sufficienti a mitigare adeguatamente l’impatto degli incrementi dei prezzi dell’energia e dei carburanti”. In particolare, “andrebbero ulteriormente rafforzate, e rese più inclusive anche in favore degli esercenti arti e professioni, le misure rivolte alle imprese non rientranti nelle tradizionali categorie delle ‘energivore’ e delle ‘gasivore’”. Resta l’esigenza “tanto di una riforma complessiva degli oneri generali di sistema e della fiscalità energetica, quanto di una strutturale riduzione del carico fiscale gravante sul settore dei trasporti e della logistica. In condizioni ordinarie, infatti, l’accisa sul gasolio italiana è la più alta d’Europa e, pertanto, i prossimi interventi di riordino europei, come il pacchetto Fit for 55, dovrebbero essere l’occasione per ridurre tale deficit competitivo e non certo per aggravarlo”.
Anche in tema di credito e incentivi alle imprese “si evidenzia la necessità di prevedere interventi maggiormente incisivi. Bene le misure di supporto per le imprese direttamente danneggiate nei loro interscambi con Russia e Ucraina, ma occorre tener presente che le conseguenze della crisi stanno interessando uno spettro di attività imprenditoriali assai più ampie. Se è da valutare positivamente la maggiorazione del credito di imposta per investimenti in beni immateriali 4.0, c’è però la necessità di fare di più, in particolare per il potenziamento degli strumenti a supporto della liquidità delle imprese. Andrebbe quindi ampliato il regime straordinario delle garanzie collegate agli interventi del Fondo di garanzia PMI e di SACE S.p.a., con riguardo anche agli strumenti per la ristrutturazione dei prestiti in essere, in modo da favorire l’allungamento dei piani di ammortamento e diluire l’orizzonte temporale degli oneri a carico delle imprese. Con l’obiettivo di consentire una effettiva sostenibilità finanziaria delle imprese è necessario, inoltre, riattivare con urgenza la cosiddetta moratoria ex-lege dei debiti bancari, ripristinando contestualmente gli ambiti di maggiore flessibilità concessi dall’Autorità bancaria europea alle banche nel trattamento delle esposizioni oggetto di moratoria”.
Al di là del bonus di 200 euro “restano necessari ed urgenti – conclude Confcommercio - interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, nonché di detassazione degli incrementi contrattuali. Infine, è da valutare attentamente l’impatto di filiera del ricorso all’incremento della tassa sui cosiddetti ‘extra-profitti’ delle aziende energetiche”.
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