Una recente pronuncia del Tribunale di Campobasso (Sentenza del 10 aprile 2024) ha fatto chiarezza in merito alla valutazione della maggiore rappresentatività comparata.
Che cosa significa e a cosa può servire tale puntualizzazione?
Sicuramente a individuare, tra i contratti collettivi nazionali di lavoro, che insistono sulla medesima categoria contrattuale, quello sottoscritto dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative.
Nel caso, il Tribunale di Campobasso ha rilevato che, «per stabilire la maggiore o minore rappresentatività, non si deve considerare il CCNL bensì le parti sociali, sia dal lato datoriale sia dal lato lavoratori», e quindi il sistema contrattuale di riferimento. Non questa o quella organizzazione sindacale singolarmente intesa, quindi, ma l'intera compagine sindacale (dei lavoratori e delle imprese) che partecipa alla gestione di un determinato sistema contrattuale.
In questo senso, il Tribunale di Campobasso, sentenziando su una specifica controversia, ha puntualizzato che, ai fini dell’applicazione dell’art. 2, comma 25 della legge n. 549/1995, il CCNL Commercio ANPIT-CISAL, applicato dalla società opponente, non può dirsi sottoscritto “dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative nella categoria” poiché, seppure sia riscontrabile un certo grado di rappresentatività in capo alla CISAL, attraverso l’esame di determinati documenti istituzionali, lo stesso non può dirsi riguardo all’ANPIT, sottolineando, invece, che all’interno dei summenzionati documenti è presente la Confcommercio quale Confederazione datoriale di maggiore rappresentanza per le imprese.
Inoltre, il giudice ha osservato come dalla medesima documentazione allegata agli atti del processo emerga che il CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi sottoscritto dall'associazione datoriale Confcommercio e dalle organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil sia il contratto collettivo comparativamente più rappresentativo rispetto agli altri CCNL di categoria, in quanto l'organizzazione datoriale sottoscrivente sarebbe «rappresentativa del 97,23% delle Aziende del Settore» mentre la coalizione delle organizzazioni sindacali dei lavoratori sarebbe rappresentativa «del 95,04% dei lavoratori del settore, pari a 396.858 Aziende e 2.396.370 lavoratori del settore».
La rappresentatività alla quale fa riferimento il giudice è, in realtà, il tasso di copertura del CCNL, cioè la percentuale di imprese e lavoratori operanti in un determinato settore al quale si applica il contratto collettivo. Il “contratto leader” si desume dai dati facilmente verificabili attraverso il codice alfanumerico dei rispettivi CCNL e i flussi Uniemens, come riportato nell'Archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro del CNEL.
Secondo quanto emerge dall'analisi dei flussi Uniemens 2023, ad esempio, possiamo facilmente riscontrare che il CCNL Confcommercio viene applicato da quasi 400.000 aziende e copre circa 2,5 milioni di lavoratori e lavoratrici.
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