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CIBO: DAI CITTADINI ALLE IMPRESE, OBIETTIVO SPRECARE MENO

Secondo il rapporto 2023 di Last Minute Market aumenta l’attenzione allo spreco alimentare. Ma in Italia buttiamo 27 chili l’anno pro capite

lunedì 13 marzo 2023
CIBO: DAI CITTADINI ALLE IMPRESE, OBIETTIVO SPRECARE MENO CIBO: DAI CITTADINI ALLE IMPRESE, OBIETTIVO SPRECARE MENO

Scende lo spreco nelle case italiane, è la risposta dei cittadini all’inflazione: nel 2022, anno di ripresa post pandemia. abbiamo gettato 75 grammi di cibo al giorno, quindi 524, 1 g settimanali (e oltre 27 chili l’anno pro capite) ovvero -12% rispetto all’indagine di un anno fa. LO Vale 6,48 miliardi di euro lo spreco del cibo nelle case e oltre 9 miliardi di euro lo spreco di filiera, dai campi alle case. Questa la “fotografia” scattata dal report “Il caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffuso in occasione della 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare (tenutasi nel febbraio scorso), per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos. L’indagine sugli sprechi alimentari ha evidenziato come questo sia più accentuato al sud (+ 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana). L’obiettivo ONU, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano: la sfida si può vincere. Ma bisogna intervenire anche sulla filiera, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo, è stato detto alla presentazione del rapporto, nel 2022  sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo (per la precisione 4.240340 tonnellate), per un valore di 9.301.215.981 euro. Lo spreco del cibo di filiera pesa al 26% in agricoltura, al 28% nell’industria e all’8% nella distribuzione.

Fanno riflettere anche i dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), secondo la quale lo spreco alimentare ha un impatto significativo sul cambiamento climatico: se fosse un Paese, sarebbe il terzo maggiore emettitore di gas serra al mondo, dopo Cina e Stati Uniti.

Tutti sono dunque chiamati a fare la loro parte. Lo ha sottolineato anche il Vice Presidente di Confcommercio nazionale (e presidente di Fipe-Confcommercio) Lino Stoppani proprio in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare. “Collaborare con l’Osservatorio Internazionale su Cibo e Sostenibilità significa per Confcommercio acquisire una visione globale del problema dello spreco alimentare e cogliere l’opportunità per avviare un percorso legato alle azioni virtuose che le imprese di settore possono sviluppare, soprattutto nella distribuzione e nella ristorazione. Lo spreco di cibo, infatti, è un tema di responsabilità sociale sentito come urgente dalla Confederazione e dalle imprese associate e la nostra adesione all’Osservatorio, avvenuta un anno fa, rappresenta il naturale ampliamento del campo di azione di Confcommercio su questi temi, già avviato da tempo nei tavoli costituiti presso il Masaf. Oggi sappiamo – prosegue Stoppani – che metà delle perdite e degli sprechi alimentari globali avviene a monte, prima che i prodotti arrivino ai negozi, ai magazzini dei rivenditori e ai ristoranti, ma è cruciale analizzare anche il comportamento del consumatore, dentro e fuori casa. Esiste un nesso tra informazione, acquisto e consumo di cibo che svolge un ruolo cardine per far acquisire al consumatore, soprattutto nelle fasce di popolazione dove si spreca più cibo, la consapevolezza necessaria a consolidare abitudini alimentari sane, per sé e per l’ambiente. Per questo è necessario rafforzare e sostenere campagne informative che raggiungano il consumatore per guidarlo consapevolmente nella scelta dei prodotti, guardando non solo alle offerte, ma anche alla sostenibilità e alla qualità del cibo che viene acquistato”. Per Stoppani, “in questa direzione, anche le imprese svolgono un ruolo importante nel contrasto allo spreco alimentare, sia quelle della distribuzione, ad esempio con la ridistribuzione del cibo, sia quelle della ristorazione, dove sta crescendo la possibilità di portare a casa gli alimenti non consumati (vedi il progetto Rimpiattino di Fipe n.d.r.). Perché mettere al centro il valore del cibo svolge una funzione educativa che va ben oltre la ristorazione stessa. Ma nella ristorazione occorre fare di più ripensando i processi in funzione del contrasto degli sprechi anche nella fase della preparazione dei piatti, oltre che in quella della conservazione dei prodotti”.

Per ridurre lo spreco alimentare, sono disponibili diverse app che consentono di acquistare cibo in eccesso a prezzi scontati o di donare il cibo in eccedenza a organizzazioni di beneficenza. Tra queste, possiamo citare Too Good To Go e Food for All, che stanno avendo un crescente successo. Per migliorare i propri comportamenti come consumatori c’è poi l’app Sprecometro, uno strumento quotidiano per vivere sostenibile, l’app istituzionale sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità.

Sempre in tema di sostenibilità nel settore del food, un valido aiuto viene anche dal progetto Imprendigreen di Confcommercio nazionale, che permette alle imprese di misurare la propria sostenibilità e che ha anche una sezione specificatamente dedicata al settore food&beverage.

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