Il presidente nazionale di Fiva-Confcommercio (operatori su aree pubbliche) Giacomo Errico ha scritto nei giorni scorsi una “lettera aperta” al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è stata anche pubblicata integralmente in una pagina del quotidiano La Repubblica.
Nella lettera il presidente Errico ricorda che il commercio su aree pubbliche, con le sue 177.000 imprese e gli oltre 400.000 addetti, è allo stremo e senza risposte. “Più volte – scrive - abbiamo interloquito con Governo e Parlamento, segnalato lo stato di estrema difficoltà delle nostre imprese, impossibilitate a svolgere l’attività e la necessità di interventi mirati per non penalizzare oltremodo gli imprenditori e le loro famiglie, chiesto non indennizzi e ristori ma la possibilità di lavorare in un quadro di rigorose misure di sicurezza. Sempre inutilmente”. Eppure, sottolinea Errico, “rendiamo un servizio essenziale nei piccoli centri, spesso negletti dalla distribuzione: svolgiamo con mercati e fiere una funzione insostituibile soprattutto verso la fascia più debole del consumo e occasione importanti per la comunità e le tradizioni locali”.
A fronte di questo la lettera evidenzia che “alcuni nostri segmenti di attività sono fermi ormai da un anno: sono gli operatori delle fiere, delle sagre, degli eventi sportivi e musicali, la cui attività è stata inibita e pesantemente colpita dalle restrizioni. In questo quadro i ristori sono stati e sono del tutto insufficienti”. Da qui l’appello “a non dimenticare il commercio ambulante e su aree pubbliche”, perché “anche il nostro settore ha necessità di sostegno: per il vertiginoso calo di fatturato, per le chiusure a ripetizione di mercati e fiere, per la caduta di fiducia dei consumatori dovuta al timore per la diffusione del virus”. Gli interventi che secondo Errico sono essenziali per sostenere il settore devono incidere “sul piano della fiscalità, con provvedimenti straordinari, ancorché limitati nel tempo, in materia di contributi, tasse e imposte di qualsiasi genere: insomma un periodo “bianco” che consenta alle imprese di ricostruire liquidità e scorte”. Da qui la richiesta al presidente Mattarella di “segnalare al Governo la necessità di una equa ripartizione dei sacrifici, non solo economici, imposti al Paese e alle imprese. La nostra esigenza – conclude il presidente di Fiva Confcommercio - è quella di tornare a lavorare il più presto possibile: certamente in un quadro di sicurezza e di rispetto nelle norme anticontagio, ma tenendo aperti mercati e fiere perché l’impatto che la pandemia ha avuto e avrà sulla produttività delle nostre imprese è devastante. È per questa situazione insostenibile che la nostra categoria chiede attenzione”.
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