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I PRIMI 5 PASSI DI UNA PMI PER AVVICINARSI ALLA SOSTENIBILITÀ

Li individua, in un recente documento, Accountancy Europe. Il consiglio? Inizia in piccolo, ma pensa in grande

giovedì 02 novembre 2023
I PRIMI 5 PASSI DI UNA PMI PER AVVICINARSI ALLA SOSTENIBILITÀ I PRIMI 5 PASSI DI UNA PMI PER AVVICINARSI ALLA SOSTENIBILITÀ

Quali sono i passi che una PMI deve fare per avvicinarsi alla sostenibilità? Li ha ben delineati un recente documento dell’associazione Accountancy Europe (scaricabile qui), che ha voluto sottolineare come la transizione ecologica sia uno sforzo collettivo che riguarda anche le piccole e medie imprese europee, autentica spina dorsale dell’economia con un ruolo chiave da svolgere.

Anche se in questo momento, dunque, non ci sono particolari obblighi di legge che impongano alle imprese di minori dimensioni di rendicontare la propria sostenibilità, è pur vero che dalla società arriva la richiesta di un maggiore impegno su questi temi anche da parte delle imprese e dunque dimostrare attenzione alla sostenibilità diventa una questione di business. Non solo: chi lavora in filiera con aziende obbligate a rendicontare il proprio impatto ambientale, sociale e di governance sarà sempre più chiamato in causa per fornire dati utili alla certificazione di queste realtà di maggiori dimensioni, senza contare che anche il mondo del credito guarda a questi parametri quando si tratta di concedere finanziamenti, i quali non devono essere messi a rischio in un futuro, molto prossimo, dove la sostenibilità sarà imprescindibile.

Ma quali sono, dunque, i 5 passi indicati da Accountancy Europe?

Il primo è quello di “Rivolgersi ad esperti, colleghi, punti di informazione e altre parti interessate”. Il che significa che non si può affrontare la questione da soli: esistono figure che possono dare supporto e tra queste l’associazione indica le organizzazione di categoria (vi ricordiamo a questo proposito il progetto Imprendigreen di Confcommercio maggiori informazioni contattando l’Associazione al n. 0444 964300).

“Questo primo passo – sostiene il documento - consentirà alla PMI di comprendere meglio come e perché la sostenibilità avrà un impatto sulla resilienza dell'azienda e perché l'inazione non è un'opzione praticabile”; permetterà poi di valutare  quali stakeholder esterni, ma anche partner della filiera e non ultima la società nel suo complesso, sono coinvolti nella sostenibilità per l’impresa e “come il modello di business influisca sull'ambiente circostante e sulla società.

Il secondo passo è “Rifletti sulla visione futura della tua azienda”. L’invito, in questo senso, è di “familiarizzare con i principali temi della sostenibilità, ad esempio: utilizzando i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (ne abbiamo parlato qui) delle Nazioni Unite o il Global Reporting, l’insieme di standard di sostenibilità dell’iniziativa (GRI). Cruciale, in questo senso, “sviluppare una visione integrata della propria attività, combinando la sostenibilità con gli aspetti finanziari convenzionali”. Si tratta poi di riflettere sui propri  temi rilevanti di sostenibilità cercando di avere una visione di business a lungo terminep er arrivare a “sviluppare un documento di visione di alto livello che delinei:

• temi ambientali, sociali e di governance (ESG) più rilevanti, considerando il settore e modello di business.
• modi in cui l'azienda migliorerà in questi argomenti chiave.
• rischi e opportunità aziendali generali derivanti dalle tematiche ESG identificate”.

Terzo step: “Mappare e dare priorità alle informazioni sulla sostenibilità”. La verità è che molte PMI dispongono già di informazioni sulla sostenibilità di cui non sono coscienti. Si tratta di mappare quali informazioni sulla sostenibilità si hanno già o si potrebbero ottenere con relativa facilità,  in particolare quelli rilevanti per i temi chiave della sostenibilità per il business (un aiuto in questo senso può venire proprio dal questionario Imprendigreen di cui abbiamo parlato precedentemente).

Una volta delineati i temi rilevanti, l’invito è quello di provare a stabilire la priorità per il proprio modello di business e per il proprio settore.

Il documento individua alcuni dei punti che si potrebbero includere:

• consumi di gas ed energia elettrica;
• materiale utilizzato nei prodotti e negli imballaggi;
• utilizzo dei veicoli (incluso il tipo di veicolo – elettricità vs benzina ecc.);
• utilizzo dell'acqua (su cosa/dove) e consumo (quanto);
• gestione e riciclaggio dei rifiuti;
• diversità di genere;
• infortuni sul lavoro;
• politiche di remunerazione;
• struttura e leadership;
• allineamento ai Dati Generali dell'UE;
• Regolamento sulla protezione dei dati (GDPR).

Ci sono poi da considerare anche degli indicatori che le PMI potrebbero non avere subito a disposizione, ma con tutta probabilità sarebbero in grado di ottenere. Ad esempio misurare le emissioni di gas serra e l’impronta di carbonio: dati che chiariscono come un'azienda influenzi l'ambiente. Esistono in questo senso, anche degli strumenti gratuiti in inglese dell'impronta di carbonio. Accountancy Europe segnala il calcolatore di Carbon Trust che si può trovare qui o quello di SME Climate Hub che si può utilizzare qui.

Si può poi misurare la soddisfazione dei dipendenti con dei questionari che sono anche compilabili on line. Per l’energia elettrica si può controllare il sito del proprio fornitore o contattarlo direttamente per ottenerne più informazioni su come viene prodotta l’elettricità e scoprire ad esempio quanta proviene da fonti rinnovabili.

Esiste poi il Circularity Check di Ecopreneur.eu che fornisce un’autovalutazione della circolarità di un prodotto o di un servizio.

Con questi dati è possibile iniziare a creare degli strumenti di misurazione della sostenibilità dell’impresa, utili quando dovessero essere  richiesti da aziende clienti o, in prospettiva, se interverranno obblighi di rendicontazione.

Avere dati aggiornati, poi, può aiutare il proprio business, perché consente di valutare in quali aree specifiche l’impresa potrebbe avere opportunità, ad esempio, per guadagni di efficienza o risparmi. Oppure dove l’impresa è maggiormente a rischio di causare danni o si essere colpita dai rischi del cambiamento climatico.

Siamo ora al quarto step indicato da Accountancy Europe: “Analizzare, stabilire le priorità e influenzare la catena del valore”. Se la raccolta di informazioni sulla propria attività è naturalmente essenziale – sostengono gli esperti - è opportuno, però essere consapevoli della catena del valore in cui opera la PMI, così da mitigare i potenziali rischi della catena di fornitura e fornire un quadro generale degli impatti sulla sostenibilità dell’azienda.

In questo caso si tratta di mappare i propri fornitori chiave facendo una valutazione di eventuali rischi immediati ed evidenti in termini di sostenibilità. Ad esempio “considerare se si hanno fornitori o clienti provenienti da/o legati a Paesi in conflitto, soggetti a sanzioni; di politica instabile o noti per avere problemi di corruzione; o se abbiamo criticità in tema di diritti umani, di trasparenza e  distato di diritto. Capire se i principali fornitori provengono da settori ad alto rischio ambientale, tra cui quello minerario, chimico, forestale, petrolifero e gas. Verificare la  dipendenza eccessiva della propria azienda da un gruppo ristretto di fornitori o clienti e soprattutto da quelli che possono avere i problemi precedentemente elencati. Non farlo, evidenzia il documento, comporta dei rischi reputazionali da considerare bene.

Infine, ultimo step, “Sviluppare obiettivi e misure di trasformazione”. In sostanza si tratta di darsi obiettivi realistici e indicatori chiave di prestazione (KPI) in grado di trasformare la sostenibilità del business, monitorando regolarmente i progressi nel raggiungimento dei risultati. Il consiglio? “Inizia in piccolo, pensa in grande – scrive il documento -: inizia con qualcosa di basilare come passare a lampade più efficienti dal punto di vista energetico in ufficio o riducendo il consumo di carta e acqua, conducendo sondaggi sulla soddisfazione dei dipendenti e rivedendo la struttura di leadership, ma alla fine avviati alla riprogettazione di prodotti o linee di servizio”. E poi “per eventuali fornitori ad alto rischio, inizia a cercare potenziali fornitori alternativi e/o a diversificare dove possibile”.

Queste, dunque, le indicazioni di Accountancy Europe che possono costituire una guida utile per un avviare programma di crescita della sostenibilità in azienda.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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