“Queste giornate di confronto sulle scelte, sulle regole, sulle politiche per far crescere di più e meglio il Paese, si devono tradurre rapidamente in risultati concreti perché le imprese vivono purtroppo ancora in emergenza. Questo è il nostro auspicio”: così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, dopo l’incontro con il Governo agli Stati Generali avvenuto in settimana.
“Servono risposte urgenti soprattutto su crisi di liquidità, estensione delle moratorie fiscali, eccesso di burocrazia, riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro. Il tempo sta per scadere e c’è il rischio di una ‘tempesta perfetta’ che, tra aumento dei costi e crollo dei consumi, potrebbe far chiudere 270mila imprese con la perdita di oltre un milione di posti lavoro”, ha aggiunto.
Le proposte di Confcommercio
Durante gli Stati generali la Confederazione ha messo in evidenza l'importanza della coesione territoriale, della risorsa cultura, della riorganizzazione delle nostre città ed il nuovo ruolo del commercio di prossimità, le aggregazioni di rete e di filiera del tessuto dell’impresa diffusa, lo sviluppo dei servizi professionali, la qualità del made in Italy e dell’italian way of life.
“Si apre qui l’agenda delle riforme necessarie - ha scritto Confcommercio nazionale in una nota che ha anticipato i contenuti dell'incontro -. Dalla revisione delle scelte in materia di restringimento dell’agibilità dei contratti a termine e del lavoro occasionale alle scelte nuove da operare per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro. Fino alla soluzione della questione di lungo corso della riconfigurazione della spesa sociale a vantaggio di più robuste politiche attive".
Dalla riduzione del “cuneo burocratico” - per via di una semplificazione che sia occasione non di de-regolazione, ma di nuova regolazione orientata all’innovazione ed alla crescita - all’effettività di una “spending review” finalizzata a sospingere buoni investimenti pubblici e privati: in conoscenza, ricerca e salute; in digitalizzazione ed infrastrutture funzionali anche a processi di rigenerazione urbana coerente con le direttrici della “nuova normalità”.
Dal riordino del sistema fiscale in un’ottica di progressiva riduzione della pressione complessiva e di accorta azione selettiva di contrasto e recupero dell’evasione e dell’elusione ad un green new deal che assuma compiutamente una dimensione europea e che punti sull’impulso delle incentivazioni piuttosto che sull’intervento delle imposte ambientali in una chiave di sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Fino alle scelte in materia di “web tax”.
Dalle politiche e dalle misure per “riconnettere l’Italia” del dopo COVID-19 - cercando di sospingere lo sviluppo attraverso la leva dell’accessibilità territorialeed investendo, tra l’altro, sul decollo del modello delle Zone economiche speciali (ZES) - alla promozione della destinazione Italia e delle sue straordinarie declinazioni di una nuova socialità sostenibile, fondata sulla resilienza dei loro valori di lungo corso (identità e qualità, innovazione e servizio).
“Resta comunque ferma – conclude la nota di Confcommercio - l’esigenza di mettere in campo una risposta adeguata allo straordinario impatto dell’emergenza sul sistema italiano del turismo. Adeguata e coerente con il ruolo economico e sociale che il turismopotrà e dovrà svolgere nell’Italia che verrà”.
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