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L'ECONOMIA SI CONFERMA "DEBOLE"

Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, nei primi nove mesi del 2024 il Pil è cresciuto dello 0,4% in confronto allo stesso periodo del 2023. Rispetto al mese scorso non ci sono indicazioni di una ripresa robusta

lunedì 18 novembre 2024
L'ECONOMIA SI CONFERMA "DEBOLE" L'ECONOMIA SI CONFERMA "DEBOLE"
Fonte: Confcommercio Nazionale

I dati della Congiuntura Confcommercio (link al documento in pdf)  indicano che nei primi nove mesi del 2024, il PIL cresce dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023, una performance che si prevede possa ripetersi anche nell'ultimo trimestre dell'anno. Tuttavia, l'anno si chiuderà probabilmente con un tasso di crescita complessivo di +0,6%, lontano dall'obiettivo dell'1% inizialmente previsto. La crescita del PIL è influenzata da un numero maggiore di giorni lavorativi (circa due decimi di punto di incremento), ma non ci sono indicazioni di una ripresa robusta che possa far raggiungere un risultato più alto. I segnali di debolezza nel mercato del lavoro si confermano, con un rallentamento nella crescita dell'occupazione. La stima per settembre evidenzia un arresto del trend positivo. Anche la produzione industriale continua a mostrare segnali di debolezza, una delle componenti più preoccupanti di questo scenario economico stagnante. Le presenze turistiche a settembre segnano una variazione negativa, con un calo significativo della componente italiana, che si attesta su un -4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. La "stagnazione" nei consumi è uno dei principali fattori di freno alla crescita. A ottobre si stima una variazione negativa dell'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC), con una riduzione dello 0,5% nel dato destagionalizzato. Nonostante ciò, il dato tendenziale grezzo segna una modesta crescita (+0,4%). Secondo il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, "nel complesso, a partire dalla nuova riduzione della spesa per abbigliamento e calzature e dalle perduranti difficoltà dell’automotive, mancano impulsi significati di vivacità. Le aspettative per i consumi di dicembre restano ben orientate, ma solo sulla scorta di una residuale speranza che prima o poi i maggiori redditi reali si trasformino in maggiori consumi. I prossimi giorni, a cavallo del Black Friday, diranno se tali aspettative sono fondate. La risalita, secondo le nostre stime, dell’inflazione su base annua a novembre (e presumibilmente dicembre) sopra l’1% è frutto di un effetto base, perfettamente in linea con le previsioni e non desta preoccupazione".

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)
A ottobre 2024 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha mostrato una variazione dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2023 . Il dato è sintesi di una crescita sia della domanda per i beni (+0,4% nel confronto annuo) sia di quella relativa ai servizi (+0,3%). Il lieve miglioramento registrato su base annua non modifica il quadro d’insieme di una situazione in cui la domanda delle famiglie stenta a indirizzarsi in un percorso di vera crescita, contribuendo a mantenere basso il profilo di sviluppo dell’economia. Le difficoltà sono certificate anche dal dato congiunturale che segnala una riduzione dello 0,5% su settembre.

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo [1], si stima per il mese di novembre 2024 una variazione nulla dell’indice in termini congiunturali e una crescita dell’1,4% su base annua. La tendenza al rialzo, su base annua, è in linea con le attese, in quanto frutto sostanzialmente di un effetto base, e consolida la stima di una crescita dei prezzi al consumo prossima all’1% nella media del 2024. Il permanere dell’inflazione su valori storicamente bassi, le variazioni congiunturali sono da quasi un biennio molto contenute, non sembra aver attenuato i timori e la prudenza delle famiglie. Gli aumenti del reddito reale delle famiglie, derivanti anche dalla progressiva crescita dell’occupazione e dai rinnovi contrattuali, non hanno al momento determinato quella ripresa dei consumi necessaria a innescare impulsi positivi allo sviluppo del Paese.

[1] Stima mensile sull’andamento dei prezzi nel mese in corso relativa al NIC (Numero indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività). Il dato è riferito ad un insieme più ampio di beni e servizi rispetto a quelli considerati nell’ICC.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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