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mercoledì 10 novembre 2021Confcommercio Vicenza guarda, non senza preoccupazione, alla riforma degli ammortizzatori sociali ipotizzata dal Governo nella Legge di Bilancio 2022. “Perché avrà un impatto significativo – spiega il presidente Sergio Rebecca -, soprattutto sulle aziende piccole, quelle con meno di 5 dipendenti, quindi in particolare su negozi, pubblici esercizi e altre realtà che fanno parte di quella rete distributiva di prossimità che serve i quartieri, le piazze, i piccoli comuni. Il rischio è l’aumento dei contributi a carico dei datori di lavoro, un aspetto che andrebbe decisamente evitato in un momento come questo, considerando le difficoltà e le perdite economiche dovute alla gestione della pandemia. Al contrario, bisognerebbe seriamente intervenire sulla riduzione del costo del lavoro”.
L’ipotesi contenuta nel disegno di legge di bilancio del 2022, si fonda invece, sul principio di universalismo del sistema di protezione sociale per tutti i lavoratori, includendo quindi le imprese più piccole, anche sotto il profilo della spesa. “Il fondamento dei nuovi e più inclusivi ammortizzatori sociali è più che condivisibile – afferma il presidente di Confcommercio Vicenza -, ma è indispensabile approfondirne i meccanismi e la sostenibilità contributiva da parte delle imprese, in particolare dei nostri settori, che sono ancora alle prese con la difficile ripartenza post pandemia”.
Confcommercio Vicenza stima che quando la riforma andrà a regime, potrebbero essere toccate dall’aumento contributivo circa 5mila piccole imprese del Terziario. “Dai primi calcoli su quanto ammonterà l’esborso, possono sembrare rincari esigui, ma non lo sono per tante piccole realtà, impegnate a garantire un servizio distributivo di vicinato nonostante i pochi vantaggi di tipo economico – spiega Rebecca -. Ma quello che va sottolineato - continua il presidente di Confcommercio Vicenza - è che in generale, in questo momento servono provvedimenti volti a garantire la salvaguardia dei posti di lavoro, in un'ottica di protezione non solo dei lavoratori ma anche dei datori di lavoro. Per questo ci aspettiamo che il Governo intervenga anche con misure compensative adeguate per ridurre l’impatto sulle imprese del nostro settore”.
A queste finalità sta lavorando Confcommercio nazionale, assieme ad altre realtà associative del Terziario di mercato, con la proposta al Governo di introdurre alcuni correttivi alla riforma degli ammortizzatori sociali. In particolare, la richiesta è di stabilire un periodo transitorio di almeno tre anni prima dell’entrata a regime, in modo da permettere un aumento graduale della contribuzione, limitando così gli effetti potenzialmente distorsivi dell’incremento del costo del lavoro. Inoltre, controbilanciare l’aumento del costo del lavoro derivante dall’introduzione della riforma degli ammortizzatori sociali, intervenendo anche sui contributi dovuti per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, dato che le piccole imprese del Terziario fanno parte di un comparto a basso rischio di infortuni sul lavoro rispetto ad altri settori. E ancora, tra le altre richieste di modifica del provvedimento, il superamento di alcuni vincoli che finora hanno fortemente limitato l’utilizzo della Cassa Integrazioni Guadagni Straordinaria nel settore della ristorazione, degli alberghi e delle pulizie.
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