Com’è cambiato l’immaginario del lavoro nelle giovani generazioni e qual è il futuro dell’occupazione. Sono le due domande centrali alle quali ha cercato di rispondere l’incontro dal titolo "Job Shape Shifting – Il lavoro cambia forma", organizzato da Confcommercio Veneto con la società BlueEggs, che elabora ogni anno i cosiddetti Deep TrendTM di mercato: modelli narrativi, profondi e generativi, che spiegano il modo in cui le persone daranno valore e significato a esperienze di consumo e, di conseguenza, come le stesse sceglieranno prodotti e servizi nei diversi settori merceologici.
Dai Deep TrendTM ha preso avvio anche l’iniziativa dedicata al lavoro, che ha riunito esperti, professionisti e rappresentanti del mondo imprenditoriale per ragionare su come esso stia evolvendo e su quali siano le nuove esigenze di lavoratori e imprese. A far da sfondo alla riflessione è la trasformazione in atto dalla cosiddetta “economia dell’autenticità” all’“economia della ricreazione e della gratificazione”: infatti, il tema centrale è il cambiamento della percezione del lavoro da parte dei lavoratori stessi, che oggi lo considerano non solo come una fonte di sostentamento, ma come un mezzo per la realizzazione personale. “Il lavoro è funzionale all’esistenza non solo perché mi fa mangiare, ma perché mi rende felice, mi realizza e mi permette di vivere esperienze trasformative”, è stato sottolineato dalla professoressa Laura Rolle, docente universitaria e relatrice del seminario. Da un concetto di lavoro come “dover fare”, si passa al concetto di “poter fare”, che vuol dire poter essere: realizzare un progetto personale.
Uno dei punti chiave emersi dal seminario è la necessità di rendere il lavoro attraente per i lavoratori, ripensandone forme e contenuti, al fine di saper coinvolgere, ma anche trattenere, i migliori talenti. Certi lavori non stanno scomparendo – si è sottolineato -: stanno scomparendo per come sono sempre stati fatti. Questo richiede una riflessione profonda sui modelli attuali: non è il lavoro in sé a essere rifiutato, ma la forma in cui è proposto. “Il problema non è che nessuno vuole fare il negoziante, ma che nessuno vuole farlo nel modo tradizionale che si è sempre visto”, è stato evidenziato per esempio.
Al posto del vecchio mito del posto fisso, vanno pertanto imponendosi nuove dinamiche: "La persona - ha sottolineato Rolle - può anche fare più lavori diversi, alternandosi nei giorni; potrebbe lavorare solo alcuni giorni della settimana e altri no; potrebbe distribuirsi il lavoro diversamente ragionando per obiettivi; o prendersi un anno sabbatico; oppure anche fare esperienza di vita all’estero continuando a lavorare da remoto. Orizzonti impensabili non troppi anni fa”.
Durante l’evento si è anche discusso del valore dell’immaginario comune legato ai mestieri. Arrivando ad evidenziare come manchi una narrazione attrattiva su alcune professioni e questo crea un vuoto di immaginario. Un esempio significativo è quello del cameriere: è una figura centrale nell’esperienza di un ristorante, spesso si torna a mangiare nello stesso posto più per la qualità del servizio, che per i piatti che si trovano. Questo dimostra l’importanza di valorizzare la cifra umana che resta insostituibile in tutti i ruoli che si possono ricoprire.
Un altro aspetto cruciale emerso durante l’incontro è la necessità di dettagliare e valorizzare la ricchezza di ogni lavoro, descrivendone sia gli aspetti visibili che quelli invisibili. Una descrizione più adatta e completa delle mansioni non solo aiuta le imprese a comunicare meglio con i lavoratori e i potenziali candidati, ma contribuisce anche alla costruzione di una memoria collettiva e sociale legata ai mestieri che contribuisce a rendere più o meno attrattiva quella determinata professione.
Ultimo, ma non ultimo, si è posto l’accento sulla crescente integrazione tra umano e digitale nel futuro del lavoro. In molte professioni, le mansioni saranno frammentate tra attività svolte direttamente dall’essere umano e compiti delegati a strumenti digitali, segnando una collaborazione sempre più stretta tra le due dimensioni.
"Siamo di fronte ad un percorso tutto da costruire: Confcommercio Veneto - ha dichiarato il segretario regionale Eugenio Gattolin -. Il nostro impegno è di promuovere un dialogo costruttivo su questi temi, con l’obiettivo di accompagnare imprese e lavoratori nel processo di trasformazione del lavoro, valorizzandone ogni aspetto umano, sociale e tecnologico".
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