Nel 2022 il Pil crescerà del 2,1%, con inflazione al 6,5% e consumi a +2%, mentre nel 2023 salirà del 2,4%, con inflazione al 2,9% e consumi a +2,7%. Sono le più recenti previsioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio, contenute nello studio “Economia e consumi in Italia: 2022-2023” (link alla ricerca completa in pdf), presentato nell’ambito del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000” che si è svolta nei giorni sacorsi a Roma, a Villa Miani, organizzato in collaborazione con Ambrosetti. Premesso che si tratta di previsioni che “si basano sull’ipotesi di distensione, entro la prossima estate, tanto degli impulsi sulle materie prime energetiche quanto, più in generale, delle caratteristiche del quadro geopolitico” e che, evidentemente, “una maggiore estensione temporale del conflitto, peggiorerebbe il quadro macroeconomico internazionale, europeo e italiano”, l’Ufficio Studi sottolinea che “siamo di fronte all’erosione di tutto il trascinamento favorevole ereditato dal 2021”: la crescita, dunque, “è tutta da costruire da oggi alla fine dell’anno”.
Percentuale di variazione di alcune grandezze del quadro macroeconomico italiano
Consumi avanti piano
È un quadro fatto di luci ed ombre quello che emerge dall’indagine sul fronte dei consumi. Se da una parte i risparmi forzati accumulati in tempo di pandemia si dovrebbero sì tradurre in maggiori consumi, ma non nella misura che ci si attendeva qualche mese fa, dall’altra le intenzioni di acquisto da parte dei consumatori non sembrano poi così depresse. A spingere la ripresa sembrano essere ancora la tecnologia e l’ambiente domestico, a cui si aggiungerà l’automobile grazie agli incentivi.
Le speranze di un vero consolidamento dei consumi, in ogni caso, sono rimandate, magari alla fine del 2023, ma non del tutto perdute. E ancora una volta tutto dipenderà dalla durata del conflitto in Ucraina e dalle sue ricadute sull’economia.
I consumi, in ogni caso, restano “un elemento di fragilità sistemica con cui dovremo convivere ancora a lungo”: se per l’Ufficio Studi il ritorno del Pil sui livelli trimestrali del 2019 avverrà infatti già nel quarto trimestre di quest’anno, bisognerà aspettare un ulteriore anno perché la stessa cosa avvenga per la spesa reale dei residenti.
In Italia economia debole: riforme e PNRR
Dal 1992 al 2021 il benessere economico dell’Italia è cresciuto dell’11,8% contro il 36,3% della Germania e il 47,8% del Regno Unito. È una conferma del fatto che l’economia italiana resta “strutturalmente debole” e che “i problemi dell’Italia sono dell’Italia”. Per uscirne c’è una sola soluzione: “il successo del processo di riforma che deve procedere spedito con il sostegno del PNRR. Modificare in modo più efficiente, inclusivo e produttivo il nostro modo di stare insieme dentro le comunità locali e dentro la collettività internazionale, è la sola possibilità per un’Italia più prospera sotto tutti i punti di vista”, conclude l’Ufficio Studi.
SITUAZIONE SEMPRE PIU' DIFFICILE PER LE FAMIGLIE ITALIANE
Dopo lo shock del 2020, la fiducia delle famiglie prosegue il suo lento cammino verso il ritorno alla normalità. Ma la situazione resta difficile: il 26% si aspetta infatti una riduzione del proprio reddito, il 24% prevede di ridurre i consumi e il 47,6% ridurrà i risparmi. È quanto emerge dal rapporto “Outlook Italia - Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” (sintesi in allegato e link alla ricerca completa in pdf), realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis e divulgato nell’ambito del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”.
Per quanto riguarda in particolare i consumi, oltre la metà delle famiglie che li limita (il 54,8% per la precisione), lo fa a causa dell’aumento del costo dell’energia, per la paura di dover sopportare spese impreviste e per l’incertezza sul futuro (pandemia, guerra in Ucraina). Nello stesso tempo, però, è significativo che il 29,3 preveda di ristrutturare l’abitazione e il 21,8% di acquistare mobili e arredamento, autovetture (il 16,9%), biciclette (13%), casa (7,6%), moto o scooter (6,4%).
Andamento di redditi, consumi, e risparmi nel 2022 rispetto all'anno precedente
Sul versante occupazione non emergono particolari timori per la maggior parte delle famiglie (il 51,9%), anche se c’è un 15,8% che si dice seriamente preoccupato, percentuale quest’ultima che sale al 39,4% fra le classi di reddito più basse.
Per il futuro a breve, il 33,4% delle famiglie si dice preoccupato dall’aumento di bollette e carburanti legato alla crisi energetica, il 26% dal surriscaldamento globale e quasi il 21% dall’aumento dell’inflazione.
Quanto infine al conflitto in corso in Ucraina, il 27% delle famiglie teme un coinvolgimento di altre nazioni, il 26,6% ritiene che possa trasformarsi in una guerra mondiale anche con l’uso di armi nucleari, e il 23,4% è preoccupato per le ripercussioni economiche sull’economia italiana. Seguono con il 16,9% quanti temono il taglio delle forniture di gas da parte della Russia e il 6,1% che si dichiara preoccupato per l’impatto economico dell’arrivo in Europa di milioni di profughi.
SANGALLI: “È TEMPO DI SCELTE IMPEGNATIVE E RESPONSABILITÀ CONDIVISE”
La guerra in Ucraina, oltre a rendere necessario “riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale” mette l’Europa di fronte a “sfide straordinarie”, che “richiedono flessibilità delle politiche di bilancio e sostegno degli investimenti”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo intervento nel corso della conferenza stampa che ha inaugurato il Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”, in corso quest’anno a Roma, a Villa Miani, dopo due anni di stop forzato.
Sul piano economico e sociale, ha proseguito Sangalli, “il ritorno di un tempo di guerra ha determinato un sostanziale cambiamento di scenario e di prospettive”, con le previsioni del Def che appaiono ora “un po’ ottimistiche” su inflazione e crescita (come segnala l’indagine dell’Ufficio Studi realizzata per l’occasione), mentre “il potenziale di sviluppo della spesa delle famiglie non si realizzerà pienamente ancora per diversi trimestri" (come emerge dall’indagine Confcommercio-Censis).
È dunque evidente che “gli impatti economici e sociali della guerra in Ucraina e del caro energia richiederanno margini di intervento ben più ampi dei circa sei miliardi contenuti nel Def”. Basti pensare che già ai prezzi attuali nel 2022 “la bolletta energetica delle imprese del terziario di mercato triplicherebbe”, mentre “l’autotrasporto delle merci potrebbe registrare un incremento dei prezzi dei carburanti del 40%". Secondo il presidente di Confcommercio bisogna allora “diversificare e rendere più sicuri i nostri approvvigionamenti, rafforzare la nostra capacità di rigassificazione, rilanciare la produzione nazionale di gas” e “riattivare temporaneamente le centrali a carbone”. Ferme restando “l’impulso all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili”, e “la partecipazione italiana alla ricerca sul nucleare di nuova generazione”.
A ciò si aggiunge l’esigenza di “una riforma organica della fiscalità energetica, sul versante tanto degli oneri generali di sistema che di Iva e accise”, estendendo poi al metano per autotrazione “l’aliquota Iva ridotta del 5% già applicata per usi civili ed industriali”, visto che “l’accisa italiana sul gasolio è la più alta d’Europa”.
Quanto alle misure del Governo a favore di famiglie ed imprese, per Sangalli è importante “l’introduzione di crediti d’imposta anche per le imprese non ‘energivore’ e ‘gasivore’”, mentre l’intervento sulle accise “andrebbe reso più incisivo e più duraturo”.
Scenario e prospettive sono cambiati, insomma, e ciò impone “scelte impegnative e responsabilità condivise”. Per rilanciare occupazione, redditi e consumi, è la ricetta indicata dal presidente di Confcommercio, “è necessario mettere a terra le riforme e gli investimenti del Pnrr, agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali”. E per sostenere le imprese “bisogna agire sulle moratorie fiscale e creditizie”, adottando nel contempo “un metodo di lavoro stabile, strutturato e condiviso con le parti sociali” perché “la ripresa è tutta da costruire”.
GLI ALTRI INTERVENTI AL FORUM NEL SITO DI CONFCOMMERCIO NAZIONALE
Franco: “continueremo a sostenere famiglie e imprese”
Gentiloni: “PNRR scommessa fondamentale per l’Europa e per l’Italia”
Brunetta: "Pensare ad una redistribuzione dell'Iva per contenere l'inflazione"
Di Maio: “un anno straordinario per l’export italiano”
Carfagna: "Rilanciare il Sud per un'Italia più forte"
Giovannini: “c’è vita oltre il PNRR”
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