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NEGOZI CHIUSI NELLE FESTIVITÀ NAZIONALI: IL SÌ DI CONFCOMMERCIO VICENZA

Il Pdl presentato dall’on. Silvio Giovine trova d’accordo Confcommercio Vicenza. Il presidente Piccolo: “Norma auspicabile, che va accompagnata da altri provvedimenti di sostegno”

martedì 13 agosto 2024
NEGOZI CHIUSI NELLE FESTIVITÀ NAZIONALI: IL SÌ DI CONFCOMMERCIO VICENZA NEGOZI CHIUSI NELLE FESTIVITÀ NAZIONALI: IL SÌ DI CONFCOMMERCIO VICENZA

Nei giorni scorsi l’on. Silvio Giovine ha depositato una proposta di legge per garantire la chiusura degli esercizi commerciali durante le principali festività nazionali: Capodanno, Pasqua, il Primo Maggio, Ferragosto, Natale, Santo Stefano. “Un provvedimento di buon senso – è stato il commento del parlamentare vicentino - che si pone l'obiettivo di superare quanto previsto dal decreto "Salva Italia" del Governo Monti, che aveva sottratto a regioni e comuni la facoltà di regolamentare le aperture festive. Una proposta di legge che mira a migliorare la qualità della vita di lavoratrici e lavoratori, a partire da quelli occupati nel settore della grande distribuzione".

Per l’on. Giovine questo provvedimento ha anche l’obiettivo di “dare supporto e attenzione ai negozi di vicinato, sentinelle dei centri storici e dei quartieri, che non solo svolgono un ruolo commerciale ma anche una importante funzione sociale" spiega il Deputato. "Le liberalizzazioni di Monti hanno infatti penalizzato in primis queste piccole realtà, che hanno dovuto confrontarsi con una concorrenza più attrezzata per le aperture festive, trovandosi a sostenere maggiori costi a fronte di margini di profitto inferiori”. Sarebbero escluse, ovviamente, dal campo di applicazione della norma tutte le attività funzionali a garantire servizi per cittadini e turisti come, per esempio, bar e ristoranti, gli esercizi situati nelle stazioni ferroviarie, marittime ed aeroportuali o nelle aree di servizio autostradali, gelaterie e sale cinematografiche.

Sulla proposta del deputato vicentino è intervenuto anche il presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo: “Tornare ad una regolamentazione degli orari dei negozi ed in particolare della chiusura obbligatoria in determinati giorni dell’anno, ad esempio coincidenti con le principali Festività nazionali, ci ha sempre visti pienamente d’accordo, anche perché già oggi la maggior parte dei nostri associati, volontariamente, lo fa. E pure da parte dei consumatori non c’è certo la corsa allo shopping proprio in questi giorni; anzi sono sempre più sensibili al fatto che in tali casi i negozi dovrebbero rimanere chiusi. Anche se dopo la completa liberalizzazione avvenuta con il decreto “Salva Italia” qualche tentativo di cambiare la norma c’è stato, non si è mai arrivati a nulla di concreto e dunque seguiremo con attenzione l’iter della Proposta di Legge dell’onorevole Silvio Giovine, a suo tempo assessore del Comune di Vicenza”.

Per il presidente Piccolo “prevedere alcune chiusure nelle principali festività si rivelerebbe auspicabile anche e soprattutto per un miglior bilanciamento del rapporto vita-lavoro per gli addetti del settore, e ciò potrebbe avere un ritorno positivo sulle imprese in termini di appeal nel reperimento di lavoratori, in un momento dove l’incontro domanda-offerta è quanto meno complesso”.

“Certo – prosegue il presidente di Confcommercio Vicenza -, viene da chiedersi se dopo più di un decennio dove, proprio per determinate scelte politiche, si è vissuto un vero e proprio “liberi tutti” nel commercio, con le conseguenze nefaste che abbiamo visto per la tenuta dei piccoli negozi nelle nostre città, un eventuale provvedimento di questo tipo possa essere sufficiente ad invertire la rotta. Ciò soprattutto a fronte di una concorrenza, che oggi non è più solo tra la piccola attività di vicinato, che si regge sull’apporto del titolare o di pochi collaboratori, e la Gdo, che ha le risorse per tenere aperto 7 giorni su 7, ma anche con l’e-commerce delle grandi piattaforme, dove si può acquistare a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi giorno dell’anno”.

Accanto a questo provvedimento, dunque, per il presidente Piccolo servirebbero anche politiche attive per ridare fiato ad un settore, come quello del commercio, fondamentale per la vitalità delle nostre città e per la qualità di vita di tutti. “È necessario – aggiunge - anche puntare su una fiscalità agevolata proprio in virtù del valore sociale del commercio di vicinato; su affitti meno onerosi, attraverso l’introduzione della cedolare secca per le locazioni commerciali. E poi mettere in campo, nei Comuni, una programmazione commerciale che faccia perno sulla rigenerazione urbana; sostenere e sviluppare l'innovazione e la digitalizzazione nei piccoli negozi; modificare la disciplina del commercio elettronico per garantire parità di regole nel fare impresa”.

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