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PIL "FERMO" NEL TERZO TRIMESTRE

L’Ufficio Studi Confcommercio stima una crescita nulla del Pil. Bene l'andamento di occupati e inflazione. Consumi: ad agosto crescono comunicazioni e servizi ricreativi, in calo automobili e abbigliamento. Presenze turistiche sotto le attese a giugno e luglio

martedì 24 settembre 2024
PIL "FERMO" NEL TERZO TRIMESTRE PIL "FERMO" NEL TERZO TRIMESTRE
Fonte: Confcommercio Nazionale

Secondo i dati elaborati dall'Ufficio Studi Confcommercio nella sua consueta Congiuntura la stima per il PIL del terzo trimestre è di una variazione congiunturale nulla, corrispondente a una crescita dello 0,6% rispetto a un anno prima.

Pil mensile (dati destagionalizzati)

"Questa valutazione - ha sottolineato il direttore dell'Ufficio Studi Mariano Bella-  sempre basata su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario è sintesi di una riduzione a luglio, lievemente superiore alle nostre stime preliminari anche per un andamento del turismo meno favorevole, e di un modesto recupero ad agosto, a cui è seguita una stagnazione a settembre. Le oscillazioni mensili degli indicatori congiunturali poi sintetizzati nel PIL mensile, tradiscono la mancanza di una chiara direzione di marcia dell’economia italiana. Intanto, il terzo trimestre è andato perso. Si punta sul quarto".

Secondo Bella, "non mancano, comunque, alcuni elementi molto positivi, dall’evoluzione dei quali dipenderà il raggiungimento o meno di buone performance per l’anno in corso. Il mercato del lavoro conferma la sua dinamicità, con il numero di occupati che ha toccato a luglio il massimo storico, e l’inflazione si mantiene su valori contenuti: per settembre la nostra stima è di una variazione congiunturale nulla e di una crescita su base annua dello 0,9%. La catena reddito-fiducia-consumi sembra però essersi inceppata. La spesa delle famiglie non cresce o, almeno, non cresce quanto potrebbe".

ICC (INDICATORE CONSIUMI CONFCOMMERCIO)
Ad agosto 2024 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato una crescita dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2023. Il dato segue una crescita dell’1,4% nel mese di luglio, evoluzione condizionata in buona parte dalla domanda di autovetture da parte dei privati. L’incremento dell’ultimo mese è sintesi di una variazione molto contenuta della domanda per i beni (+0,1% nel confronto annuo) a cui si è associata una crescita dell’1,2% per i servizi, in lieve miglioramento rispetto ai risultati del bimestre precedente. La debolezza della domanda e la tendenza ad un generalizzato rallentamento è sintetizzata dalla diminuzione dello 0,1% del dato congiunturale destagionalizzato, al cui interno si segnala la stasi dei consumi per i servizi.

LE DINAMICHE TENDENZIALI
Le stime per agosto 2024 confermano, a livello di macro-funzioni di spesa, un andamento articolato improntato al generalizzato rallentamento. Dopo i miglioramenti registrati a giugno e luglio il settore dell’automotive è tornato in territorio negativo ad agosto (-9,1%). In quest’ottica può essere letto il calo, rilevato anche ad agosto 2024, dalla domanda per l’abbigliamento e le calzature (-2,0% su base annua), dato che aggrava una situazione già difficile che non sembra essere stata migliorata dalla stagione dei saldi. Analoghe valutazioni possono essere fatte per il segmento relativo ai mobili e agli articoli di arredamento (-1,3%) e ai tabacchi (-3,7%). Per contro si mantengono in territorio decisamente positivo i trasporti aerei (+11,2%) e la domanda di elettricità (+8,5%). Dinamiche positive si rilevano anche per i beni e servizi per le comunicazioni (+3,6%), gli elettrodomestici (+2,5%), i carburanti (+1,6%) e gli alimentari (+0,9%).

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE
Per i prezzi al consumo si stima per il mese di settembre 2024 una variazione nulla dell’indice in termini congiunturali e una crescita dello 0,9% su base annua. Il contenuto rallentamento è in linea con le attese e consolida le stime di una variazione prossima all’1% nella media del 2024 anche in presenza di possibili transitori rialzi nel confronto annuo dovuti ad effetti statistici. "La scomparsa dell’inflazione soprattutto per quei beni e servizi che le famiglie acquistano con maggior frequenza unitamente ai recuperi sul fronte delle retribuzioni, potrebbe contribuire a ridare quello slancio ai consumi necessario a rivitalizzare le fragili prospettive di crescita".

Stima della variazione dei prezzi al consumo

 

Sangalli: "Necessario ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese"
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha commentato la Congiuntura dell’Ufficio Studi della Confederazione. “Occupazione in crescita e inflazione sotto controllo ci dicono che la nostra economia è in buona salute. Ma preoccupano il clima di incertezza e la debolezza dei consumi. Con la nuova legge di bilancio occorre confermare il taglio del cuneo fiscale, l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale su famiglie e imprese”: il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli commenta la Congiuntura dell’Ufficio Studi della Confederazione.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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