A maggio, in base all'andamento di contagi e campagna vaccinale, potrebbe cambiare l’orario del coprifuoco. È quanto prevede un ordine del giorno votato alla Camera da tutte le forze che sostengono il Governo, scritto pesando attentamente i termini per accontentare sia gli aperturisti che i rigoristi della maggioranza. Un primo “check” ci sarà tra il 10 e il 14 del prossimo mese per valutare l’effetto delle riaperture del 26 aprile. Il parere degli studiosi conterà, ma quella sulle restrizioni è anche una partita politica. Nelle prossime due settimane continuerà ad aumentare la quota di popolazione vaccinata: è su questo che conta il Governo per tenere sotto controllo i contagi.
A spingere, in questo senso, non solo le associazioni di categoria, Confcommercio e Fipe in primis, ma anche le Regioni, che sono tornate a chiedere di portare il coprifuoco alle 23 e di permettere di lavorare ai pubblici esercizi anche nei locali interni. L'Esecutivo ha precisato che sul provvedimento verrà fatto un check ogni due settimane.
Fipe-Confcommercvio: "Per bar e ristoranti il “conto” è già di 45 miliardi"
Dall’inizio della pandemia i pubblici esercizi hanno perso 45 miliardi. È la cifra, spaventosa, calcolata dalla Fipe, somma del segno meno del 2020 (34 miliardi) e di quello registrato nel primo quadrimestre dell’anno in corso (9 miliardi fino al 25 aprile). E la stima proiettata a fine maggio indica altri 2,5 miliardi che andranno in fumo.
"Con il nuovo decreto riaperture – spiega Luciano Sbraga, direttore del Centro studi Fipe-Confcommercio - i ristoranti perdono tra i 50 e i 55 milioni al giorno, per un totale di 1,9 miliardi in 34 giorni, mentre per i bar la perdita sarà di 560 milioni". Senza dimenticare che nel 2020 hanno cessato l’attività 22 mila aziende e sono andati persi 242mila posti di lavoro.
Federalberghi: “hotel pronti per l’estate, ma basta quarantene”
"Avere la maggior parte delle regioni in giallo e potere andare da una all'altra ci consente di immaginare una ripartenza. Almeno per il turismo interno ma non è affatto così per quello straniero. Purtroppo continuiamo ad avere quei cinque giorni di quarantena sui turisti europei e quei quindici sugli americani che ovviamente per alcune destinazioni, come ad esempio le città d'arte, mette completamente in ginocchio". Parole del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che prosegue sottolineando di non comprendere perché “la Grecia dal 14 maggio consenta l'ingresso di stranieri in possesso di vaccino o di tampone negativo e l'Italia per questo non ha ancora dato una data. Un francese sicuramente non viene a Roma, se sa che deve fare 5 giorni di quarantena...". Bisognerebbe prendere esempio dai diretti competitor dell'Italia: "come Grecia e Spagna difendono il settore turismo che è importantissimo per il Pil, la stessa cosa dovremmo fare noi. Alla Germania questo non interessa perché non vivono di turismo, il loro asset principale è il settore manifatturiero e infatti lo hanno difeso e non lo hanno mai chiuso".
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