Erano 361 in centro storico di Vicenza nel 2019 e sono diventate 344 a giugno 2024 (-17); mentre nei quartieri fuori dal centro sono passate da 629 a 549 (-80). È la fotografia, che confronta la consistenza delle imprese del commercio (dunque non i singoli punti vendita sul territorio) a fine 2019, con quella di giugno 2024; dati che comprendono anche le imprese che svolgono commercio ambulante ed e-commerce. A scattarla è l’Osservatorio Città e demografia d’impresa, realizzato dall'Ufficio Studi di Confcommercio nazionale in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, i cui risultati sono stati presentati la scorsa settimana a Roma, nella sede della Confederazione nazionale. Le città prese in considerazione per lo studio sono state 122 in tutta Italia, di dimensioni medie e grandi, tra cui Vicenza, e la localizzazione del centro storico è stata effettuata attraverso il portale Geoplan.it (i cui confini, per la nostra città, sono molto più ampi delle Mure Duecentesche, includendo ad esempio anche S.S. Felice e Fortunato e Corso Padova).
Gli archi temporali presi considerazione sono due: del confronto 2024-2019 abbiamo già detto; poi lo sguardo si amplia al 2012. In questo caso la differenza è ovviamente più marcata, perché nel centro storico (allargato, come si diceva) le attività nel 2012 erano 461 (117 in più rispetto a giugno 2024), mentre fuori dal cuore cittadino erano 701(152 in più).
Differente la situazione se si guarda invece ai servizi di ristorazione, perché le imprese del settore nell’area del centro storico sono passate da 99 nel 2012, a 130 nel 2019, per poi subire un leggero calo a giugno 2024, attestandosi a 125 (giustificato anche dagli effetti del Covid sul settore). Analogo l’andamento nei quartieri, dove lo stock di imprese della ristorazione era 172 nel 2012, e diventa 186 nel 2019, per poi attestarsi a 183 nei primi sei mesi dell’anno scorso.
Più in difficoltà le imprese esercenti servizio bar, che in centro storico erano 137 nel 2012, sono diventate 108 nel 2019 e poi 93 nel 2024, mentre fuori dal “cuore” cittadino la progressione è stata dalle 175 imprese nel 2012, alle 169 nel 2019 e poi 149 nel 2024.
“Gli stili di vita e di consumo hanno subito forti cambiamenti negli anni, pensiamo allo sviluppo delle medie e grandi strutture di vendita prima e all’avvento dell’e-commerce poi – è il commento di Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza – È chiaro che anche il commercio è cambiato, così come sono cambiate le nostre città. Molti negozi non sono riusciti a stare al passo coi tempi e hanno chiuso, altri, invece, hanno saputo strutturarsi ampliando i punti vendita per fare “massa critica” e competere con i grandi player. Però, guardando i numeri, il saldo non è ovviamente positivo e si deve lavorare con determinazione per consolidare e rilanciare le funzioni commerciali della città, in centro storico così come nei quartieri”.
Per il presidente di Confcommercio Vicenza la “ricetta” del rilancio è nota: “L’abbiamo ribadita anche nel Piano di Marketing consegnato recentemente al Comune: serve lavorare su attrattività, attraverso un potenziamento della vocazione turistica di Vicenza; sull’accessibilità, facilitando lo spostamento delle persone per lo shopping, sia con mezzo pubblico che privato; sulla vitalità, incentivando la creazione di eventi di richiamo a livello locale e nazionale. E poi si devono mettere in campo azioni sinergiche di rigenerazione urbana, che non è fatta solo di grandi progetti di recupero di aree degradate, ma anche di piccole azioni di cura dei luoghi, di loro illuminazione, di ricucitura della città creando percorsi piacevoli di collegamento”.
A questo proposito, alla diffusione dei dati dell’Osservatorio a Roma è stato anche presentato un pacchetto di proposte del progetto Cities, il percorso di Confcommercio per migliorare i centri urbani italiani e sostenere le economie di prossimità. E tra queste figura anche un progetto di Confcommercio Vicenza. Nello specifico, creare un nuovo collegamento ciclo-pedonale tra corso Fogazzaro, il parcheggio e la pista ciclabile (di prossima realizzazione) lungo il fiume Bacchiglione per trasformare l’area in uno spazio urbano più accessibile e connesso. Elemento centrale dell’iniziativa è la creazione della “Porta dell’Acqua”, un nuovo ingresso alla città che favorirà la mobilità ciclo-pedonale e stimolerà una riqualificazione più ampia dell’intera area, oggi percepita come poco attrattiva e marginale. “L’idea era già presente nel Piano di Marketing Urbano – spiega il presidente Piccolo –, ora l’abbiamo affinata anche prevedendo i vari step realizzativi. L’auspicio è che si possa concretizzare nell’arco di un paio d’anni”.
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