“PossibilE che i grandi esperti del Ministero delle Finanze e gli economisti che si succedono negli anni alla guida del dicastero non trovino altro modo di far quadrare i conti pubblici se non quello di ritoccare le accise del carburanti?”. La domanda, probabilmente, non se la pone solo Eugenio Volpato, presidente della Figisc-Confcommercio di Vicenza (la categoria dei benzinai), ma un po’ tutti i cittadini. Ci risiamo, infatti: di fronte ai rilievi Ue sul nostro bilancio, si profila all’orizzonte, secondo le anticipazioni di questi giorni, un altro rintocco in sù sulle tasse che incidono già considerevolmente su benzina e gasolio.
Per i gestori dei distributori di carburante sarebbe un’altra “doccia fredda”, perché l’aumento dei prezzi alla pompa ha un immediato riflesso sul calo dei rifornimenti, “senza contare – rincara Volpato - che a cascata ciò influirà su tutte le merci, perché andremo certamente a pagare i maggiori costi di trasporto conseguenti”.
Va detto poi, secondo i dati diffusi da Figisc-Confcommercio, che le imposte gravanti sui carburanti in Italia nella media dell’ultimo quinquennio (ossia dagli aumenti del «Salva Italia» del Governo Monti nel dicembre 2011) sono state superiori di ben 22,2 centesimi/litro alla media dell’Unione Europea, con un corrispondente effetto sul prezzo finale al consumo dei carburanti. Da allora le accise non sono mai state rivedute al ribasso e anzi: l’aumento di un punto dell’IVA introdotto ad ottobre 2013 – che grava sulle accise – ne ha ulteriormente accresciuto il peso sul prezzo finale corrisposto da famiglie ed imprese. Il risultato di questa politica ha portato oggi a pagare, su un litro di benzina alla pompa proposto ad 1,550 euro, ben 1,017 euro di accise ed Iva; mentre per il gasolio, su un litro proposto a 1,405 euro si pagano 0,870 di imposte.
“Per quanto riguarda le tasse sui carburanti, gli italiani hanno già dato – conclude il presidente provinciale di Figisc Confcommercio Volpato -, basti pensare che secondo le nostre stime nazionali, da dicembre 2011 a dicembre 2016, abbiamo pagato la bellezza di 26,831 miliardi di euro tra accise ed IVA”.
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