Si è tenuta lunedì scorso a Creazzo, nella sede di Esac-Confcommercio Vicenza, l’assemblea generale dei distributori del Veneto che ha raccolto le tre sigle sindacali di settore: Figisc Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica. L’occasione è stata utile a fare il punto della situazione e ribadire la richiesta al governo di un confronto sul più volte annunciato decreto di riordino del settore. A tal proposito al tavolo era seduto - assieme ai presidenti nazionali delle tre sigle sindacali Bruno Bearzi, Giuseppe Sperduto e Roberto Di Vincenzo - anche il sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy Massimo Bitonci.
A tracciare le indicazioni di fondo è stato il presidente nazionale di Figisc Bruno Bearzi: “Il primo tema riguarda i contratti con i gestori: noi riteniamo che il contratto d’appalto non garantisca e non tuteli il gestore, ma sia preferibile ricorrere a contratti già disciplinati dalle norme di settore quali il contratto di comodato gratuito dell’impianto e fornitura in esclusiva oppure di commissione, perché solo così è possibile assicurare ai lavoratori una durata certa del servizio e le economie necessarie”.
All’ordine del giorno anche la questione dei rialzi, anche rilevanti, del prezzo del carburante alle pompe, argomento sempre molto sentito dalla popolazione: “Quando il diesel e la benzina crescono, la gente pensa che sia colpa dei gestori, ma non è così – spiega Bearzi –. A incidere è il concatenarsi di varie componenti: pesa la crisi internazionale che allunga i tempi di fornitura; incide la tassazione nazionale, che tra Iva e accise pesa per 0,90 centesimi al litro per la benzina e 0,76 al litro per il diesel, e dunque per più della metà; inoltre si fa sentire il cambio moneta dollaro/euro. Il destinatario finale della vendita di carburanti è bene che sappia che i gestori guadagnano 3 centesimi al litro in modalità self-service e 5 in modalità servito. È del tutto evidente come stanno le cose”.
Sull’esposizione del cartello con il prezzo medio, introdotto dal governo e poi bocciato dai giudici amministrativi, il presidente Bearzi sottolinea che “il cartello non ha fatto abbassare i costi, quindi non è servito a niente. Siamo soddisfatti che non sia più obbligatorio procedere all’aggiornamento. In ogni caso tutti coloro che vanno a rifornirsi sono egualmente tutelati dal fatto che ci si può collegare on-line all’Osservatorio prezzi del ministero, dove è possibile consultare il prezzo medio della propria zona oppure della propria tratta di competenza”.
Quanto alla riorganizzazione della rete distributiva, Bearzi sottolinea che “il nostro è un servizio fondamentale per la cittadinanza. Va trovato il giusto equilibrio tra esigenze del gestore e l’offerta del carburante, garantendo presenza, capillarità e professionalità”.
E a questo proposito il viceministro Bitonci ha voluto precisare: “Sappiamo che in Italia i distributori di carburanti sono quasi il doppio della media europea e il progetto di riforma vuole razionalizzare la rete attraverso un sistema di incentivi per aiutare chi deve procedere a bonifiche e alla chiusura di impianti non più a norma”. Il sottosegretario Bitonci ha voluto anche intervenire sul cartello del prezzo medio, la cui operatività di fatto è stata abrogata dal Consiglio di Stato dopo il ricorso delle organizzazioni di categoria: “Già nel disegno di legge sulla concorrenza e poi su quello di riforma del settore che stiamo elaborando e arriverà in Consiglio dei Ministri presumibilmente a fine mese – ha anticipato - si sta valutando una soluzione che vada verso l’utilizzo dei sistemi elettronici e digitali abbandonando il sistema del cartello che non ha avuto un riscontro positivo”.
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