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“RIFORMA DISTRIBUTORI CARBURANTE SVILENTE: È DA CAMBIARE”

Eugenio Volpato, presidente di Figisc Vicenza e Veneto, spiega il no dei gestori al DDL del MIMIT: “Minimizzato il ruolo e la figura del gestore”

venerdì 06 settembre 2024
Eugenio Volpato, presidente provinciale e Veneto di Figisc Confcommercio Eugenio Volpato, presidente provinciale e Veneto di Figisc Confcommercio

“Bene che dopo le nostre proteste il DDL di riforma del settore della distribuzione carburanti non sia approdato all’ultimo Consiglio dei Ministri, perché ci sono troppi aspetti che vanno cambiati, su cui auspichiamo una riflessione approfondita da parte del Governo prima di ulteriori azioni”. Così Eugenio Volpato, presidente di Figisc-Confcommercio Vicenza, che guida anche la federazione regionale, commenta un disegno di legge che, prima ancora di arrivare sul tavolo del Cdm, ha sollevato le vibrate proteste della categoria.

Al centro, principalmente la parte contrattualistica, “che peggiora le condizioni di sfruttamento del lavoro dei gestori, prevedendo contratti di durata quinquennale che possono essere disdettati con 90 giorni di preavviso. Non è accettabile – continua il presidente Volpato - dare luogo ad un riconoscimento normativo di pratiche contrattualistiche oggi adottate da alcune compagnie, che di fatto minimizzano il ruolo e la figura del gestore, riconoscendo tutele economiche e lavorative del tutto marginali e non soddisfacenti”. Per Figisc, infatti, queste nuove forme contrattuali devono essere attentamente valutate, discusse ed eventualmente oggetto di un preventivo accordo con le Associazioni di categoria, al fine di tutelare i distributori.

“Stupisce poi che il DDL contenga l’abrogazione dell'obbligo di pubblicizzare, negli impianti, il differenziale del prezzo tra servito e self – sottolinea il presidente di Figisc Vicenza e Veneto -. Da chi ci aveva imposto un inutile cartello dei prezzi medi regionali, arriva l’incomprensibile decisione di non dare più ai consumatori finali un’informazione, questa sì importante. Una decisione che ha dell’incredibile”.

Tra i tanti altri aspetti della riforma che non piacciono ai gestori, il presidente Volpato ne sottolinea due: “Il Decreto prevede la conversione green di un certo numero di impianti, che dovrebbero vendere, in alternativa ai combustibili fossili, altri carburanti, come ad esempio i biocombustibili o le colonnine elettriche. Ebbene prevedere 20 mila euro di indennizzo a quei gestori che potrebbero non essere riconfermati dopo la riconversione è davvero svilente”.

Infine il rischio che questa riforma sia un’occasione persa: “sarebbe stato utile intervenire, ad esempio, anche sulla disciplina degli orari; e poi, visto l'annoso problema di impianti chiusi da anni ma non smantellati, che deturpano le nostre città, prevedere  la decadenza delle autorizzazioni e cospicue sanzioni per i titolari di concessione o autorizzazione che non provvedano allo smantellamento dell’impianto o al ripristino del sito”.

Ora si tratta di vedere che ne sarà di questo DDL, se verrà, come auspicato dai benzinai, profondamente rivisto prima di iniziare l’iter parlamentare o se riprenderà la sua strada così com’è stato pensato dal MIMIT (il Ministero delle Imprese e del Made in Italy). Di certo, in quest’ultimo caso, i gestori daranno battaglia.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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