La primavera inizia anche nei negozi di abbigliamento e calzature, che archiviano definitivamente l’inverno con il bilancio sull’andamento dei due mesi di saldi di fine stagione diffuso nei giorni scorsi da Federazione Moda Italia di Confcommercio nazionale. Nel mese di gennaio le vendite nel dettaglio moda hanno segnato un +8,9% rispetto a gennaio 2022, mentre a febbraio un +5,3% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso. Un risultato ottimo, dunque, per il settore, che anche nel nostro territorio vede positivo, come conferma Ivo Volpon, presidente di Federmoda-Confcommercio Vicenza: “Anche se i risultati possono essere differenti da impresa a impresa, in base alle politiche di prezzo e alla tipologia di prodotto, possiamo dire che il Vicentino è in linea con il trend nazionale. A giocare positivamente, in particolare per la città e l’hinterland, anche l’influsso iniziale garantito da un evento importante per il territorio come la fiera Vicenzaoro di inizio anno, con un bell’incremento di presenze che si è fatto sentire pure nei nostri negozi”. Al di là dei picchi, però, il flusso di clienti che hanno caratterizzato il periodo dei saldi è stato continuo: “Un tempo l’interesse calava a mano a mano che le settimane passavano – rileva il presidente Volpon -. Da un paio d’anni, invece, i comportamenti sono cambiati: c’è un acquisto più ragionato, ci si prende il tempo per valutare e decidere, sapendo di poter contare su tutto il periodo dei saldi”.
La chiusura positiva dell’inverno apre buone prospettive anche per la primavera-estate: “Siamo fiduciosi – è la previsione del presidente di Federmoda Confcommercio Vicenza - anche perché i clienti troveranno nei negozi prezzi sostanzialmente stabili e questo dovrebbe aiutare molto nel contesto attuale.
Considerato l’impatto dei costi energetici nella produzione tessile – spiega il presidente Volpon -, il fatto che gli ordini della merce ora in negozio siano stati fatti un anno fa, dunque ben prima dei picchi nei costi dell’energia, permette di contenere gli aumenti, anche se ovviamente il caro bollette riferite alla gestione dei negozi c’è stato”. In effetti, guardando gli indici dei prezzi al consumo diffusi dall’Istat (elaborati da Federmoda nazionale), e relativi a febbraio 2023, la variazione percentuale del settore abbigliamento calzature è al +3,2%, contro l’indice generale che si è attestato ad un +9,2%: “per dire che stiamo certamente contribuendo a contenere la spinta inflazionistica complessiva -, afferma il presidente Volpon –. Il prossimo autunno-inverno, purtroppo, sarà però tutta un’altra storia, perché nel frattempo lo scenario dei costi di produzione è cambiato, con rincari che, a livello di distribuzione, potremo assorbire fino ad un certo punto e che avranno ovvie ricadute sui prezzi al consumo”.
Nel frattempo c’è attesa, nel settore, per capire l’impatto che avrà in futuro il Decreto Legislativo di attuazione della cosiddetta “Direttiva Omnibus”, la direttiva europea che entrerà in vigore ad inizio aprile in Italia (ma alcune disposizioni saranno operative dal 1° luglio) e che intende migliorare e modernizzare le norme in materia di protezione e tutela dei consumatori. “Questa norma – afferma il presidente Volpon - è per noi del settore molto importante perché va nella direzione, certamente positiva, di introdurre nuove regole di trasparenza, a partire dall’obbligo di introduzione sul cartellino del “prezzo precedente”, cioè il prezzo più basso applicato al prodotto nei 30 giorni precedenti lo sconto, l’aumento delle sanzioni massime e minime in caso di pratiche commerciali scorrette, e soprattutto l’adeguamento delle normativa tanto per i negozi fisici che per gli store online”
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