La rivoluzione dell’intelligenza artificiale, l’evoluzione dei social, la forte accelerazione del digital sono fenomeni con un impatto così forte nell’immaginario collettivo e nella nostra vita che molti possono sentirsi fortemente disorientati, quasi inseriti in una “centrifuga”, anche a causa dei continui annunci di novità e progressi. Qualunque sia il proprio pensiero su questi strumenti una cosa è certa: non possiamo ignorarli, tanto più se siamo imprenditori. Alcuni dati ci fanno capire la posta in gioco. A esporli Fabiano Finamore, responsabile Italia PMI per Microsoft, intervenuto con altri autorevoli relatori all’incontro “AI, Social e Digital. Le sfide per le PMI”, tenutosi martedì 8 aprile in Confcommercio Vicenza: nei prossimi 10 anni si stima che l'AI genererà 312 miliardi di incremento del Pil in Italia, di cui 122 proprio nelle PMI, di cui 55 nelle imprese fino a 50 dipendenti. A questo va aggiunto un aumento della produttività nell’uso di queste tecnologie che già si sta vedendo: solo qualche mese fa l’Istat ha certificato che tra gennaio 2023 e gennaio 2025 le imprese che hanno fatto uso dell’Intelligenza Artificiale hanno incrementato la produttività dell’8,2%, più delle stime pur ottimistiche che aveva fatto Microsoft solo qualche tempo prima.
Un nuovo paradigma di lavoro
Per questo, come ha detto Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza in apertura del partecipato evento organizzato dall’Associazione con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza (oltre 180 le persone presenti nella sala convegni G. Bari), “non c’è dubbio che dovremo introdurre nelle nostre imprese un nuovo paradigma di lavoro e che lo dovremo fare rapidamente, vista la velocità dell’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale. Ma mi auguro, anche, che lo faremo con consapevolezza, evitando rischi eccessivi, cogliendo le tante opportunità e i vantaggi dalla tecnologia”.
Attenzione a non perdere identità
Un tema, quello della consapevolezza, che è stato sottolineato anche nell’intervento della social media expert Veronica Gentili (tra i 50 professionisti al mondo più influenti in ambito Ad Tech), che ha usato la metafora del martello: “uno strumento con cui posso costruire qualcosa, ma anche distruggere”. Così è anche per l’AI: serve fare attenzione, quando la usiamo, avendo ben chiaro il proprio obiettivo, che primariamente può essere quello di “risparmiare tempo. Se pensiamo a tutte le attività che potremmo delegare all’AI perché automatizzabili – ha detto – ne abbiamo veramente tante e dunque ci può essere molto utile”. Discorso diverso se guardiamo alla creatività, perché lì, certo, l’intelligenza artificiale ci può aiutare, ad esempio a pensare alle campagne social, ma attenzione “alla manipolazione della realtà, perché se esageriamo rischiamo di mettere a repentaglio la nostra identità, la nostra genuinità, che in fondo è ciò che ci caratterizza come piccole e medie imprese”, ha spiegato.
Il commerciante tik-toker
E a proposito di genuinità, ecco un'altra grande opportunità che il digital ci può dare: quella di raccontarci attraverso i social, ad esempio youtube, tik tok o Instagram, attualmente gli strumenti più immediati. Per farlo, ha spiegato lo youtuber e content creator Marcello Ascani (oltre 900 mila iscritti nel suo canale) non servono inarrivabili investimenti alla ricerca dell’influencer di grido (che comunque una Pmi potrebbe difficilmente permettersi dal punto di vista dei costi), ma ci si può rivolgere, con risultati comunque significativi, anche ai così detti micro-influencer, ovvero dei creatori di contenuti (“ce ne sono tantisismi che si occupano di campi i più svariati”, ha detto Ascani) che possono essere scovati sul web grazie anche al supporto di agenzie specializzate. Oppure, perché no, ci si può raccontare direttamente “come dimostrano tanti casi da manuale proprio nel settore del commercio o della ristorazione, con esercenti diventati tik-toker di grande successo”, ha detto. E non si tratta solo di “vendere di più”, ma anche di attrarre personale (quello che si chiama employer branding), facendo vedere, ad esempio ai giovani, come si lavora nella propria azienda.
Aggiornarsi costantemente
Anche perché il futuro, lo ha ben spiegato sempre Finamore di Microsoft, ci riserva una grave mancanza di lavoratori: 3,7 milioni di addetti in meno previsti in Italia entro il 2040. E se da un lato la sfida è “catturare lavoratori”, dall’altra ci sarà la necessità di delegare alcuni processi automatizzati alla tecnologia, per ovviare a questo problema, cosa che spesso possono permettersi le grandi aziende più delle piccole. E infatti, sulle Pmi, si deve lavorare, per “abbattere le barriere di ingresso all’uso di questa tecnologia” è l’opinione di Finamore; tema su cui si sta impegnando con forza Microsoft, soprattutto sul lato formativo con un portale ad hoc per “dare le competenze essenziali perché venga adottata l’intelligenza artificiale in modo etico e sicuro”.
La formazione è stato un argomento centrale dell’incontro, ribadito anche da Giorgio Taverniti, co-fondatore di Search On Media Group, che organizza ogni anno uno dei più noti appuntamenti italiani in ambito digitale, “We Make Future”. Taverniti ha sottolineato un aspetto su cui riflettere: “L’Intelligenza artificiale non è uno strumento – ha detto – qualcosa che posso semplicemente inserire in azienda a fronte di un investimento. È una rivoluzione che ogni giorno ci cambia la terra sotto i nostri piedi”. E allora la formazione è essenziale, ma “non è responsabilità solo dell’azienda che la deve erogare ai lavoratori; è responsabilità del singolo che deve aggiornarsi costantemente”. Per Taverniti, poi, “quello che serve oggi, e lo stanno già facendo le Associazioni di categoria come Confcommercio, è proprio quella di garantire alle aziende un affiancamento, passo dopo passo per affrontare i grandi cambiamenti che stiamo vivendo su questo fronte”.
Fissare una linea di demarcazione
E molte indicazioni per orientarsi su questa rivoluzione digitale le ha fornite Walter Riviera, direttore tecnico AI di Intel in Europa, Medio Oriente e Africa, che nel suo intervento è partito dagli albori dell’AI: dal cos’è e come lavora, “perché sapere come funziona questa “scatola magica” dall’interno non è utile, è indispensabile”. Riviera ha voluto poi per poi chiarire alcuni equivoci, a volte indotti, che riguardano questa tecnologia. Ad esempio che gli strumenti di AI siano aggiornati in tempo reale rispetto a quanto viene pubblicato nel web, “non è vero, non usateli come strumenti di ricerca”, ha detto. Attenzione, poi, ai rischi di un eccesso di fiducia sul potere di questi strumenti, che invece di errori ne fanno, anche se in gergo tecnico sono stati ribattezzati “allucinazioni”. Alla fine l’invito: “sull’AI mettete la vostra linea di demarcazione”, anche relativamente a “ciò che gli date in pasto” rispetto alla privacy e ai dati aziendali, che sono la vera ricchezza da cui partire.
Un’opportunità di formazione a costo zero
Per la qualità dei relatori e dei loro appassionati interventi, l’incontro ha costituito certamente una bussola per orientarsi nelle nuove sfide del digitale. Ma serve anche, com’è stato sottolineato più volte, rafforzare le proprie competenze sul tema.
Un’occasione viene anche dal percorso formativo offerto da Esac Formazione a costo zero per le imprese (perché finanziato dalla programma europeo Next Generatio EU) dal titolo “GenAI: trasforma la tua azienda con l’Intelligenza Artificiale”, che ha l’obiettivo di fornire le competenze fondamentali per comprendere e utilizzare l’Intelligenza Artificiale Generativa, sviluppando abilità pratiche nell’applicazione della GenAI in contesti creativi, comunicativi e aziendali. Frequentandolo, i partecipanti acquisiranno competenze nella progettazione di prompt efficaci, nella creazione di contenuti testuali, immagini e video assistiti dall’AI, nell’utilizzo dell’intelligenza delle fonti aperte nelle azioni di marketing (Open Source Intelligence OSINT) e nell’integrazione della tecnologia nei processi aziendali, affrontando anche le sfide, i limiti e le opportunità future della GenAI. Per maggiori informazioni, scarica la brochure a fondo pagina.
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