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SI AVVICINA IL VIA ALLA MOSTRA SUL POP E BEAT IN BASILICA

In prevendita i biglietti per l’evento espositivo che aprirà i battenti il 2 marzo per concludersi il 30 giugno

mercoledì 21 febbraio 2024
SI AVVICINA IL VIA ALLA MOSTRA SUL POP E BEAT IN BASILICA SI AVVICINA IL VIA ALLA MOSTRA SUL POP E BEAT IN BASILICA

L’attesa per l’apertura della grande mostra "Pop/Beat- Italia 1960-1979. Liberi di sognare" sta per terminare: sono infatti aperte le prenotazioni dei biglietti di ingresso dell’evento espositivo che si aprirà il 2 marzo per concludersi il 30 giugno. Inoltre è online il sito mostrapopbeat.it

Un grande progetto di pittura, scultura, video e letteratura, inedito per l’Italia, che l’artista Roberto Floreani ha ideato e curato per il Comune di Vicenza e Silvana Editoriale – che ne hanno assunto la coproduzione – per i prestigiosi spazi della Basilica Palladiana. Per la prima volta vengono raccontate ed esposte insieme le generazioni Pop e Beat italiane.

Nei giorni scorsi l'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin e il curatore Roberto Floreani hanno presentato alcuni approfondimenti sulla mostra.

“Pop/Beat riempirà di colore e luce il grande salone della Basilica palladiana e saprà coinvolgere tutta la città - ha commentato l'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin- . Del resto lo sta già facendo, vista la partecipazione da parte delle associazioni culturali che hanno manifestato fin da subito un grande interesse per il tema trattato, tanto che ci stiamo impegnando proprio per organizzare le varie proposte che animeranno non solo l'interno della Basilica, ma anche l'esterno. Negli anni 1960-1979, quelli approfonditi dalla mostra, la produzione culturale era in mano ai giovani ed è in particolare a loro che vogliamo rivolgerci”.

“Una mostra viva, comprensibile, popolare, che riporti nella collettività la leggerezza e la propositività sociale di quegli anni, attualizzando quella "Libertà di sognare" che oggi può rivelarsi salvifica dopo le costrizioni del lockdown. Un progetto sul "sentire comune" di artisti, letterati, musicisti di un ventennio cruciale del nostro Paese, superando le barriere strettamente storiografiche, le rispettive rivendicazioni tematiche individuali, le stesse classificazioni Pop e Beat in gran parte nemmeno condivise dagli stessi artisti che han finito col farne parte” ha dichiarato il curatore Roberto Floreani.

Il progetto Pop propone 100 opere di 35 artisti provenienti da Collezione Intesa Sanpaolo, Gió Marconi, Mart, Museo Novecento di Firenze, MAMbo, dagli archivi di molti degli artisti in mostra nonché da alcune delle collezioni private più importanti d’Italia. Tra le numerose opere che saranno presenti in mostra, a illustrare il percorso espositivo, ricordiamo: Enrico Baj, Coppia, 1963; Renato Mambor, La pistola giocattolo, 1965; Umberto Bignardi, Senza titolo, 1965; Gino Marotta, Natura modulare, 1966 e sempre di Marotta Giraffa artificiale, 1972; Piero Gilardi, Mais, 1966; Mario Schifano, Futurismo Rivisitato, 1967; Fabio Mauri, Cinema a luce solida, 1968; Bruno Di Bello, Ritratto di Paul Klee, 1968; Umberto Mariani, La contestazione mondana, 1968;

La temperatura Beat in mostra sarà garantita dalla musica di quegli anni diffusa in loop e rappresentata dai rari documenti originali di Gianni Milano, mentore di un’intera generazione, Aldo Piromalli, Andrea d’Anna, Gianni De Martino, Pietro Tartamella, Eros Alesi, Vincenzo Parrella e molti altri, nonché della vicenda artistica militante dell’Antigruppo siciliano guidato dalla figura carismatica di Nat Scammacca.

Il progetto di Floreani ricontestualizzerà la stessa natura della pop e della beat italiane, dando priorità a ciò che gli artisti stessi dichiaravano circa la loro ricerca, spesso non sentendosi affatto etichettabili come pop, per l’originalità del loro punto di vista rispetto agli americani, nonché percorrendo un tragitto che dalla Libertà di sognare approderà fatalmente alla Fine del sogno degli anni di piombo, della disillusione e della diffusione delle droghe pesanti, messe in scena in tutta la loro crudezza al Festival di Castelporziano nel 1979.

Maggiori informazioni sulla mostra nel sito easyvi.it.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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