Italiani al vertice nel vending: i distributori di bevande, snack e caffè creano un giro di affari complessivo di 2,5 miliardi l'anno. Un settore sano e trasparente, con un'incidenza delle imposte sui ricavi superiore al 2%, più del doppio della media delle imprese del commercio e oltre il 50% della media nazionale. Mille le aziende che in Italia danno lavoro a oltre 30 mila persone. In alcune regioni il livello di fatturato e quello occupazionale sono particolarmente rilevanti: la Campania rappresenta da sola l'1,5% del mercato totale della Distribuzione Automatica italiana (dato riferito alle imprese di gestione), con un fatturato di oltre 30 milioni di euro e 500 addetti mentre il Friuli Venezia Giulia rappresenta il 10% del mercato totale con un fatturato di 30 milioni di euro e 500 addetti e la Puglia il 3% del mercato totale con un fatturato di oltre 60 milioni di euro e circa 1.000 addetti. Tutti dati che difficilmente potranno essere confermati con l'aumento dell'Iva sui prodotti venduti nei distributori automatici che scatterà dal 1 gennaio 2014. "Per finanziare l'Ecobonus anche la pausa caffè sarà più amara. In particolare, l'aliquota passa dal 4 al 10%. E' così che si aggrava la crisi. Non solo dei consumi ma anche occupazionale. Con l'inasprimento dell'imposta infatti sono a rischio centinaia di posti di lavoro anche in Campania se i consumi caleranno". Lo afferma Lucio Pinetti, presidente di Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio. "Per questo motivo in questi giorni è partita una campagna per informare i consumatori attraverso un milione di adesivi affissi su tutti i distributori automatici installati in Italia. Il messaggio è chiaro: l'aumento dell'Iva non è una nostra decisione ma un'imposizione del Governo che, attraverso il D.L n.63 del 4/6/2013 stabilisce l'inasprimento della stessa sulle somministrazioni di alimenti e bevande attraverso i distributori automatici". "Sorprende – continua Pinetti - come lo Stato abbia voluto colpire 23 milioni di consumatori che, in particolare in questi anni di crisi, grazie al favorevole rapporto qualità prezzo, nel distributore automatico, hanno finora trovato una valida soluzione di acquisto. Ma per adeguare i distributori automatici installati nei luoghi pubblici – circa un milione di macchinette – il settore del vending dovrà spendere tra i 30 e i 50 milioni di euro. Inoltre, per sostituire i prezzi occorreranno dai 4 ai 5 mesi, difficile dunque essere pronti per il 1 gennaio prossimo. Come se non bastasse, se i consumi dovessero subire una flessione allora saremmo costretti a rinunciare alla prestazione di centinaia di dipendenti". L'incremento dell'imposta sui prodotti somministrati attraverso i distributori automatici comporterà un aumento di 5 centesimi sul caffè e le bevande calde, e di dieci centesimi sulle bevande fredde e gli snack.
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