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DEF: VIA LIBERA DALLE CAMERE, ORA "TOCCA" AL MAXI DECRETO

Approvando le risoluzioni sul Def il Parlamento chiede al governo di tenere fede all'impegno di sterilizzare le clausole di salvaguardia sull'Iva

giovedì 27 aprile 2017
Fonte: Confcommercio Nazionale

Non toccare l'Iva nel 2018. Approvando le risoluzioni sul Def, che ora sarà trasmesso a Bruxelles, il Parlamento chiede al governo di tenere fede all'impegno di sterilizzare le clausole di salvaguardia, preso più volte pubblicamente e già avviato grazie agli effetti strutturali della 'manovrina'. Un impegno che risponde alla pressante richiesta in tal senso costantemente avanzata da Confcommercio Nazionale.

Superato lo scoglio del voto sul documento di Economia e Finanza (284 i sì alla Camera, 158 al Senato), toccherà ora al 'maxi-decreto' affrontare il test del Parlamento, dove già si profila il rischio di un "assalto alla diligenza" anche per la "finanziaria di primavera". Nonostante le proteste dei senatori, il testo comincerà l'iter di conversione alla Camera, dove è già stato assegnato alla Commissione Bilancio. Nel vivo, con l'esame degli emendamenti, non si dovrebbe entrare prima della metà di maggio, ma già si stanno delineando alcuni temi su cui si potrebbe concentrare il dibattito parlamentare.

A suscitare polemiche, soprattutto da parte degli operatori, sono gli aumenti della tassazione sui giochi, che si divide, a dire il vero, tra concessionari e giocatori. Peraltro, secondo la relazione che accompagna il provvedimento, la ratio dell'intervento è proprio quella di riequilibrare le misure che hanno pesato lo scorso anno sui giocatori (la riduzione dal 74% al 70% delle chance di vincere) con quelle per le società della filiera. Altro capitolo su cui sicuramente ci sarà battaglia, è la decisione di ampliare lo split payment Iva anche ai liberi professionisti; una misura contestata perché a fronte di un gettito minimo (70 milioni a regime) rischia di mettere in ginocchio, drenando liquidità, un settore che in questi anni di crisi è andato avanti con difficoltà e coraggio.

Tra le misure nuove, oltre a quella 'pro-flixbus' spuntata nella versione finale del testo, in sede di conversione potrebbe poi arrivare il correttivo, già annunciato, al Codice degli appalti per rimediare alla riduzione dei poteri dell'Anac prodotta, 'per errore', con il decreto che a sua volta correggeva la legge. Possibile che venga anche ritoccata la norma che consente al Tesoro di sottoscrivere un aumento di capitale fino a 300 milioni di Invitalia. Pensata in origine per dare una garanzia ad Alitalia potrebbe invece trasformarsi nella misura per erogare il prestito ponte, una volta ottenuto il via libera di Bruxelles. 

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