Cashless, ovvero il modo di pagare senza l’utilizzo del contante, secondo recenti ricerche è la direzione verso cui ci stiamo muovendo. Sebbene ci siano consumatori che preferiscono usare banconote e monete per pagare conti e bollette, un’ampia fascia di popolazione utilizza soprattutto bancomat, carta di credito, o altri sistemi di pagamento come Satispay o semplicemente “appoggia” lo smartphone all’apposito dispositivo.
Se tutto questo solo qualche decennio fa sembrava fantascienza, oggi la tecnologia permette di utilizzare questi servizi in modo sempre più facile e sicuro.
Anche il Governo italiano sta varando un piano per favorire i pagamenti elettronici, che prevede l'azzeramento delle commissioni per i pagamenti digitali fino a 5 euro e la riduzione di quelli fino a 25 euro.
Ai primi incontri dello scorso 7 e 8 settembre ne sono seguiti altri a ritmo serrato, sotto la regia di Pago Pa, la struttura che gestisce i pagamenti alla pubblica amministrazione, incaricata dal Governo a coordinare il tavolo per arrivare al traguardo in tempo per il 1° dicembre prossimo.
Piano cashless dal 1°dicembre 2020.
Da tale data, infatti, dovrebbe partire il meccanismo, previsto dal Governo, che prevede un rimborso in conto corrente fino a 300 euro per gli acquisti fatti nei negozi fisici con pagamenti elettronici. In particolare sarebbe il 10% delle spese di qualsiasi tipologia, fino a un tetto di 3mila euro annui.
Oltre all’incentivo del 10% sarà previsto anche un particolare premio per i primi 100mila cittadini che useranno maggiormente il pagamento elettronico. Ai più “bravi” dunque, con il numero di transazioni più alte e a prescindere dalla spesa, verrà elargito un rimborso di 3.000 euro l’anno.
Tagliare le commissioni.
In questi giorni il Governo si sta incontrando i vari 'acquirer', che gestiscono i sistemi di pagamento come Nexi e Sia, i circuiti Diners e American Express e le banche, che emettono carte di credito Visa e Mastercard per definire i dettagli in vista della partenza dell’iniziativa il 1 dicembre 2020.
Confcommercio giudica apprezzabile il pressing che il Governo sta facendo sulle banche per ottenere il taglio delle commissioni sulle "microspese", ma – secondo Ernesto Ghidinelli, responsabile credito della Confederazione “perché il taglio delle commissioni renda i commercianti maggiormente disponibili ad accettare i pagamenti via Pos, anche per cifre modeste, occorre considerare nel complesso le condizioni contrattuali. E’ auspicabile – ha dichiarato al quotidiano Repubblica - intanto che si arrivi davvero a 25 euro, e poi che si tratti di una riduzione effettiva e non mascherata da incrementi di altri costi. Alcuni anni fa le commissioni vennero azzerate per i benzinai per i pagamenti fino a 100 euro, ma furono incrementati tutti i costi accessori di gestione del Pos”. Altro motivo di perplessità, ha spiegato Ghidinelli, è che “non tutti i commercianti hanno lo stesso potere negoziale con le banche”.
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