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VENDITE AL DETTAGLIO IN LEGGERA RIPRESA A FEBBRAIO

Le stime Istat indicano un aumento congiunturale dello 0,1% in valore e una diminuzione di analoga entità in volume

mercoledì 10 aprile 2019
Fonte: Confcommercio Nazionale

Nel febbraio scorso per le vendite al dettaglio c'è stato un aumento congiunturale dello 0,1% in valore e una diminuzione di analoga entità in volume. La sostanziale stabilità dell'aggregato complessivo deriva da una flessione delle vendite dei beni alimentari (-0,6% in valore e -1% in volume) e da una crescita di quelle di prodotti non alimentari (+0,5% sia in valore sia in volume). Sono le stime resoe note dall'Istat. Su base annua, le vendite al dettaglio aumentano invece dello 0,9% in valore e dello 0,3% in volume.

Pressoché stazionario il valore delle vendite dei beni alimentari (+0,1%), mentre è in diminuzione il volume (-1,7%). In crescita le vendite dei beni non alimentari sia in valore sia in volume (rispettivamente +1,6% e +2,1%). Per quanto riguarda le vendite di beni non alimentari, gli aumenti tendenziali maggiori riguardano i prodotti per profumeria ecura della persona (+3,8%) e calzature e articoli in cuoio e da viaggio (+3,4%).

Variazioni negative si registrano per i soli gruppi cartoleria, libri, giornali e riviste (-1%) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (-0,2%). Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio registra una diminuzione per la grande distribuzione (-0,1%) e un aumento per le imprese operanti su piccole superfici (+1,6%). In forte crescita il commercio elettronico (+17,5%). Nel trimestre dicembre 2018-febbraio 2019 le vendite al dettaglio registrano un contenuto aumento, rispetto ai tre mesi precedenti, dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume. Le vendite di beni alimentari crescono dello 0,1% in valore e diminuiscono dello 0,1% in volume, mentre quelle di beni non alimentari aumentano dello 0,1% in valore e dello 0,3% in volume. "A febbraio 2019 - è il commento dell'Istat - si registra per la grande distribuzione una contenuta flessione tendenziale del valore delle vendite al dettaglio, la prima da settembre 2018. Il marcato calo delle vendite di beni alimentari osservato per questo circuito distributivo, infatti, non è stato compensato dalla crescita dei beni non alimentari. Al contrario, il valore delle vendite delle imprese operanti su piccole superfici si caratterizza, dopo due mesi di flessioni, per un deciso aumento tendenziale sia nel complesso sia rispetto ad entrambi i settorimerceologici. In particolare, per le imprese operanti su piccole superfici la crescita tendenziale di febbraio 2019 è la più ampia da settembre 2017. Si mantiene molto sostenuta da inizio anno la crescita tendenziale del commercio elettronico".

Confcommercio su vendite al dettaglio: "Dato non confortante in un quadro di incertezza"

"La sostanziale tenuta della domanda delle famiglie, in un quadro di deciso rallentamento dell'economia, è meno confortante di quanto sembri. Infatti, il tasso di crescita annuale dell'indice delle vendite in termini reali passa dall'1,6% di gennaio allo 0,3% di febbraio, una frenata che potrebbe preludere a future riduzioni tendenziali. Nel complesso, infatti, si rafforza la sensazione che la riduzione della fiducia non si sia ancora completamente riflessa nei comportamenti di spesa delle famiglie". Questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat sulle vendite al dettaglio. "D'altra parte, - continua la nota - il dato di sintesi continua a derivare da andamenti non omogenei a livello di merceologie e tipologie distributive. Il modesto recupero delle vendite presso le imprese di minori dimensioni è compensato dalla crescente difficoltà delle imprese più grandi, con la sola, illuminante, eccezione dei discount. Analogamente il miglioramento del non alimentare si traduce in un peggioramento della domanda per l'alimentare". "In sostanza – conclude l'Ufficio Studi - l'area del consumo non si modifica, ma si sposta di volta in volta. L'unica eccezione continua ad essere rappresentata dal commercio elettronico, i cui tassi di crescita a due cifre derivano anche dal ritardo con cui il nostro Paese si è avvicinato a questa modalità d'acquisto".

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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