Il Master della Cucina Italiana giunge alla sua sesta edizione e indica, ai futuri cuochi che aspirano a lavorare ad altissimi livelli, una provocatoria, nuova, direzione: andare “Oltre l’immagine”. È proprio questo il tema con cui si sono inaugurati, il 16 gennaio, i 5 mesi di lezione nelle aule, nelle cucine e nei laboratori del Centro Formazione Esac di Creazzo (VI), dove una nuova “brigata di allievi” si appresta ad incontrare un corpo docente d’eccezione: grandi esperti di enogastronomia e management della ristorazione, pasticceri di fama internazionale e una squadra di 24 chef che con i loro ristoranti totalizzano 35 Stelle Michelin.
Anche quest’anno, dunque, il Master sarà un lungo percorso di 800 ore nel meglio della cucina italiana per prepararsi al “grande salto”: il tirocinio di almeno 4 mesi nei ristoranti stellati, che per molti degli allievi delle passate edizioni è stato il trampolino di lancio della loro carriera (tutte le info su www.mastercucinaitaliana.it).
Un percorso impegnativo, quello del Master della Cucina Italiana, per entrare in un settore che facile non è, nonostante le “sirene mediatiche”. Da qui il tema che caratterizza il corso quest’anno, “Oltre l’Immagine”: un invito ad affrontare la cucina con lo sguardo libero da preconcetti, costruzioni mentali, sovrastrutture televisive e social, tipiche della nostra società digitale.
Si giustifica così la scelta di chiamare un noto professionista dell’immagine per guidare questi giovani allievi a cambiare il proprio sguardo sul mondo: è stato, infatti, il fotografo, illustratore e pittore Gianni Renna a tenere la lezione inaugurale di oggi, aperta dal saluto del Comitato Scientifico composto da Sergio Rebecca, presidente Esac Spa, società di Confcommercio Vicenza che organizza il Master; Massimiliano Alajmo, chef tre Stelle Michelin; Raffaele Alajmo, Ceo di Alajmo Spa e Mauro Defendente Febbrari, medico endocrinologo.
Un’occasione per “dare subito il la”, agli allievi del Master 2018, del leitmotiv che caratterizzerà il corso di quest’anno, ma anche per salutare con un ultimo prezioso contributo formativo i “diplomati” del 2017 a cui nella stessa giornata sono stati ufficialmente consegnati gli attestati di partecipazione alla scuola, dopo aver superato i tirocini in importanti ristoranti italiani.
In apertura il presidente Rebecca ha voluto sottolineare i due ingredienti essenziali del Master. Prima di tutto la grande squadra di docenti, quest’anno rafforzata ulteriormente da alcune novità come il ritorno dello chef tristellato Norbert Niederkofler; l’esordio del sous chef dell’Osteria Francescana Davide Di Fabio, del sommelier dell’Enoteca Pinchiorri Alessandro Tomberli e della giornalista Rai Anna Scafuri. Anche nello chef tutor di cucina, c’è la grande novità della presenza di Alfredo Chiocchetti (apprezzato e stimato mentore di un giovane Massimiliano Alajmo), cuoco che fino a qualche anno fa reggeva le sorti del ristorante Scrigno del Duomo a Trento.
E poi, altro apporto essenziale del Master, l’esperienza degli incontri con i produttori delle materie prime, durante i 5 mesi di lezione e quella nelle migliori “brigate” di cucina italiane nei 4 mesi di tirocinio.
“Noi vi garantiamo questi ingredienti – ha sottolineato Rebecca –, ma poi il futuro è anche nelle vostre mani, nella capacità di cogliere ed interiorizzare questo potenziale, aiutati certamente in ciò, da una scuola che rimane per pochi, centrata sull’individuo, guidata dalla passione di chi ci insegna e dall’amore per questo lavoro”. E dopo un omaggio al grande chef Gualtiero Marchesi con una citazione dal suo famoso “decalogo” per i futuri cuochi (accolta da un lungo applauso in omaggio al grande maestro), un breve giro di tavolo con gli altri componenti del Comitato scientifico: Mauro Defendente Febbrari, che ha anch’esso citato l’esempio di Gualtiero Marchesi per invitare gli allievi ad “avere la voglia, la forza, la curiosità di spingersi fino al limite e anche oltre nella loro ricerca”; Massimiliano Alajmo, secondo il quale la forza del Master è quella “di instillare il dubbio perché emerga la personalità del cuoco, guadagnando quell’autenticità che permette in futuro di dire qualcosa di significativo nel mondo della cucina”; infine Raffaele Alajmo, che ha sottolineato l’apporto culturale di questa scuola. “più l’anima è ricca – ha detto – più le conoscenze sono ampie, più c’è la possibilità di esprimersi, in un piatto come nella vita”.
La parola è passata quindi a Gianni Renna, in un appassionato intervento corredato da alcune delle sue straordinarie foto di piatti, scattate recentemente. “Oltre l’immagine – ha affermato, entrando nel vivo del tema – c’è la meta da raggiungere. Per quanto riguarda il cibo, un’immagine raffinata di un piatto mette in moto l’incognita, la curiosità, il desiderio, la percezione del gusto. Pertanto l’estetica del piatto – ha aggiunto – è l’anticamera del gusto. Come in arte, quando l’emozione diventa immagine e l’immagine riversa emozione”.
E a proposito di emozioni, coinvolgente, come ogni anno, la consegna degli attestati di partecipazione agli allievi che hanno frequentato il Master 2017, per i quali ci si augura lo stesso successo ottenuto dalla precedenti edizioni, con ragazzi che ora lavorano in ristoranti come l’Osteria Francescana a Modena, Le Calandre di Rubano (PD), Casa Perbellini a Verona, La Peca di Lonigo (VI), ecc. Per non parlare di chi ha aperto il proprio ristorante conquistando già i favori dei gourmet, come l’allievo che dal pluripremiato El Celler de Can Roca di Girona (Spagna) ha avviato un suo locale a Savelletri di Fasano, in Puglia; o chi ne ha aperto uno nella sua città, Bergamo, già con ottimi riscontri di critica.
Tornando all’edizione 2018, per il sesto Master della Cucina Italiana arrivano anche quest’anno a Creazzo, un po’ da tutta Italia: da Veneto, Puglia, Toscana, Sicilia... compreso un ragazzo di nazionalità Ucraina. Hanno già un’esperienza più o meno consolidata di cucina alle spalle e alcuni frequentano la scuola grazie alle Borse di Studio finanziate da Rader Spa, realtà leader nella distribuzione di materie prime alimentari; Banca Mediolanum, primario istituto di credito; Le Soste di Ulisse, associazione siciliana presieduta dallo chef Ciccio Sultano che unisce ristoranti gourmet, charming hotel e maestri pasticceri.
Ad attenderli, come si diceva, una squadra consolidata di docenti (ben 43) che accompagnerà gli allievi fino al 15 giugno 2018, ultimo giorno del Master della Cucina Italiana, la cui conclusione, come da tradizione, sarà caratterizzata dalla lectio magistralis di un grande nome dell’enogastronomia Italiana.
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