Imparare una professione senza sostenere alcun costo formativo, portandosi a casa anche un’indennità di 1.350 euro per il tirocinio. Inoltre, a fine percorso, avere l’opportunità di poter scegliere dove andare a lavorare, considerata l’alta richiesta di personale nel settore dei pubblici esercizi e dell’ospitalità. Ce ne sarebbe abbastanza per avere la fila fuori dal centro di formazione che sta, da alcune settimane, proponendo questa opportunità ai disoccupati veneti under 30. E invece nulla di tutto questo. Gli interessati a diventare “Tecnico dei servizi bar” – attraverso 214 ore di lezioni e 3 mesi di tirocinio in aziende del settore - sono stati solo due, sui dieci posti disponibili. Succede all’Esac Formazione, la realtà formativa di Confcommercio Vicenza, l’associazione di categoria più rappresentativa dei settori commercio, turismo e servizi della provincia, che aveva lanciato questo percorso formativo finanziato dalla Regione Veneto (con i fondi Next Generation WE) a inizio febbraio e che ora, se entro pochi giorni non si troveranno altri candidati, dovrà annullare l’iniziativa.
“Sono percorsi che attiviamo perché ci arrivano, direttamente dalle aziende, richieste per l’assunzione di personale formato – spiega Ernesto Boschiero, amministratore delegato di Esac e direttore di Confcommercio Vicenza -; aziende che si mettono anche a disposizione per i tirocini con la speranza di trovare la figura professionale che stanno cercando da tempo. Quando abbiamo sondato le imprese del settore per individuare chi era disponibile ad ospitare i tirocinanti - spiega - abbiamo dovuto procedere ad una selezione perché le domande erano fin troppe; invece, quando abbiamo aperto le iscrizioni per i disoccupati, a parte qualche richiesta di informazioni e un paio di adesioni non abbiamo ottenuto nulla di più, nonostante la forte attività comunicativa, l’aver contattato gli uffici del lavoro e attivato il passaparola”.
Eppure in un recente questionario inviato da Confcommercio alle imprese vicentine del terziario, quasi il 50% delle realtà della ristorazione e bar interpellate avevano risposto che cercavano, appunto, baristi. “Chi esce da questo corso ha solo l’imbarazzo di scegliere dove andare a lavorare – rimarca il direttore di Confcommercio Vicenza – perché la preparazione che garantiamo è di alto livello in quanto sappiamo già che questi giovani entreranno nell’organico di aziende nostre associate. Insomma chi è disoccupato, ma ha la volontà di trovare un’occupazione, sta perdendo un’importante opportunità”.
Anche perché il barista, almeno quello che esce dal corso tecnico dei servizi bar, ha una specializzazione ampia che può spaziare su più format: dal bar-caffetteria, al ristorante, all’hotel. Non imparerà, infatti, solo la preparazione di caffè e cappuccini, ma acquisirà anche elementi di milk art e milk design, seguendo le ultime tendenze del settore. E poi saprà realizzare snack, finger food da aperitivo e piatti semplici per quei locali che offrono anche una ristorazione veloce. Al barista è chiesta oggi più che mai una forte competenza anche sui prodotti vinicoli, sulle bevande alcoliche e analcoliche per poter presentare al meglio i prodotti, ma nel corso si andrà oltre, insegnando tecniche di bartending e di preparazione dei cocktail, usando anche metodologie scenografiche come l’exhibition flair.
Lavoro praticamente sicuro e formazione di alto livello: basterà questo per convincere i disoccupati under 30 del Vicentino e del Veneto?
Lo si vedrà nei prossimi giorni, considerato che la possibilità di manifestare il proprio interesse a partecipare, attraverso il sito www.esacformazione.it, scadrà il prossimo 10 marzo.
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