Il recente rapporto di Deloitte (una delle più importanti multinazionali nel campo della consulenza) sulle previsioni per il settore Tecnologia, Media e Telecomunicazioni per il 2025 evidenzia un'accelerazione nell'adozione dell'Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) integrata direttamente nei dispositivi personali, come smartphone e PC. Questa tendenza potrebbe rivoluzionare l'interazione degli utenti con la tecnologia, offrendo funzionalità avanzate senza la necessità di una connessione costante al cloud, ovvero di collegarsi continuamente alla rete Internet.
In particolare, Deloitte prevede che, entro il 2025, oltre il 30% degli smartphone venduti sarà integrato con l’Intelligenza Artificiale Generativa e questa integrazione permetterà agli utenti di sfruttare funzionalità avanzate, come l'elaborazione del linguaggio naturale e la generazione di contenuti, direttamente sul dispositivo, migliorando l'efficienza e la personalizzazione delle applicazioni mobili.
Anche il settore dei personal computer sarà coinvolto in questa evoluzione: il report Deloitte prevede che circa il 50% dei PC venduti nel 2025 avrà capacità di elaborazione GenAI locali, in aumento rispetto al 30% previsto per il 2024. Questa evoluzione consentirà applicazioni più potenti e reattive, migliorando l'esperienza dell'utente e aprendo la strada a nuove opportunità nel campo della produttività e della creatività digitale.
Chiaro che l'adozione dell’Intelligenza Artificiale Generativa direttamente nei “device” non potrà che stimolare un aumento delle vendite di questo tipo di dispositivi, poiché i consumatori saranno attratti da funzionalità avanzate e prestazioni superiori. In questo senso Deloitte prevede un incremento del 7% nelle spedizioni globali di smartphone nel 2025, con un impatto significativo sui ricavi derivante dalla vendita di dispositivi di fascia alta dotati di funzionalità GenAI.
Arrivano gli “agenti”
Un altro campo di sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nel 2025, in particolare per il mondo delle imprese, sarà per Deloitte quello degli "agentic AI", ovvero agenti di intelligenza artificiale generativa autonomi, in grado di eseguire compiti complessi con minima o nessuna supervisione umana. Questa evoluzione potrebbe incrementare significativamente la produttività dei lavoratori della conoscenza e rendere più efficienti vari flussi di lavoro.
Ma cosa sono esattamente gli “agentic AI”? Il report Deloitte lo spiega: gli agenti di intelligenza artificiale non si limitano a interagire. Sono in grado di ragionare ed agire in modo più efficace per conto dell'utente. Come suggerisce il nome, questi prodotti dell’Intelligenza Artificiale sono una sorta di "agenzia": hanno cioè la capacità di agire e di scegliere quali azioni intraprendere. L'"agenzia" implica autonomia, ovvero il potere di agire e prendere decisioni in modo indipendente. Quando estendiamo questi concetti alla “agentic AI”, possiamo affermare che essa può agire autonomamente per pianificare, eseguire e raggiungere un obiettivo. Gli obiettivi vengono stabiliti dagli esseri umani, ma sono gli agenti a determinare come realizzarli. Un esempio?
Deloitte prevede che, entro il 2025, il 25% delle aziende che utilizzano l'intelligenza artificiale generativa avvierà progetti relativi all'agentic AI, con una crescita prevista al 50% entro il 2027. Sebbene alcune applicazioni possano essere integrate nei flussi di lavoro già nel 2025, l'adozione su larga scala potrebbe richiedere più tempo, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto "autonomo" di queste tecnologie.
Va detto questa è una delle frontiere più interessanti del settore: non a caso negli ultimi due anni gli investitori hanno destinato oltre 2 miliardi di dollari a startup focalizzate sull'agentic AI, con particolare attenzione alle soluzioni rivolte al mercato imprenditoriale. Parallelamente, aziende tecnologiche consolidate e provider di servizi cloud stanno sviluppando proprie offerte in questo ambito, effettuando acquisizioni strategiche e stipulando accordi di licenza con startup specializzate.
Ma quali sono le differenze tra agentic AI e gli strumenti AI attuali? A differenza dei chatbot e dei co-pilot attualmente in uso, che assistono gli utenti rispondendo a prompt specifici (vale a dire alle “domande” che facciamo nella chat di dialogo con l’intelligenza artificiale), l'agentic AI possiede un grado di autonomia superiore. Questi agenti possono pianificare ed eseguire attività complesse suddividendole in veri passaggi, operando con una supervisione umana minima. Per fare un esempio: un co-pilot già oggi può suggerire un codice a un programmatore, mentre un agente di agentic AI potrebbe sviluppare autonomamente un'intera applicazione basandosi su istruzioni fornite con un semplicissimo linguaggio.
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