Quando si parla di lean office non si può far a meno di evocare le origini del metodo lean, un’idea rivoluzionaria che nasce tra il 1948 e il 1975 in Giappone, in pieno dopoguerra, negli stabilimenti della Toyota.
Una nazione in ginocchio tenta di risollevarsi, le aziende non possono attingere a risorse illimitate: devono ottimizzare. In quest’ottica si sviluppa un pensiero che porta tutti, dai dirigenti agli operai, a massimizzare ciò che hanno a disposizione.
Questo processo ha preso il nome di Just-in-time manufacturing, per identificare l’opera organizzativa di Sakichi Toyoda, Kiichiro Toyoda e Taiichi Ohno che si basa su un passo decisivo:
“Reducing flow times within production system as well as response times from suppliers and to customers”
Ovvero: Ridurre i tempi di flusso all'interno del sistema di produzione, nonché i tempi di risposta da parte dei fornitori e dei clienti.
Se, come abbiamo visto, il Lean thinking nasce nell’ambito della produzione industriale per far fronte ad una necessità impellente di ottimizzazione delle risorse, esso può essere applicato anche alla vita aziendale degli uffici.
Di seguito elenchiamo i 5 fondamenti del pensiero snello:
Dei diversi punti elencati uno dei più importanti è sicuramente quello relativo al meccanismo pull. Praticamente un cambio completo di mentalità produttiva in cui non si produce più in abbondanza per poi vedere vanificato il lavoro o immagazzinarlo, ma secondo la quale si ragiona in termini di segmentazione dell’opera in base alla domanda, senza sprechi inutili.
In un contesto generale di forte concorrenza, le aziende sono costrette a mantenere un livello costante di competitività e a dare ai propri clienti un valore aggiunto che le possa distinguere dalle altre aziende.
Per essere competitive le aziende devono quindi ridurre gli sprechi ed eliminare le attività superflue, creando processi standardizzati ed efficaci (procedure).
Nell’elaborazione di nuove idee al fine di perseguire un miglioramento continuo, la prima cosa da fare è ragionare su quali siano le attività a valore aggiunto e quali no.
Si possono distinguere tre attività differenti sulla base del valore che assumono agli occhi di un cliente:
L’obiettivo finale del metodo Lean è quindi quello di eliminare le attività non a valore aggiunto e non necessarie ed invece minimizzare, dove possibile, quelle non a valore aggiunto, ma necessarie.
Per fare questo è importante concentrarsi in particolare sulle attività a valore, per le quali i clienti sono disposti a pagare, appoggiandosi anche a programmi e software che possano essere di supporto alla pianificazione ottimale del lavoro.
Federico Miotti
Fondatore di Invoice Buddy
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