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LE APERTURE FESTIVE TORNANO IN DISCUSSIONE

La Regione Veneto punta ad un referendum popolare e a livello nazionale la politica si muove con audizioni e possibili provvedimenti

venerdì 02 maggio 2014

Torna all’ordine del giorno la regolamentazione degli orari e delle aperture festive dei negozi: sia a livello veneto che nazionale si registrano alcune novità per un cambio della normativa.
Con l’approvazione all’unanimità da parte della commissione Affari istituzionali, la Regione ha infatti  dato il via libera all’iniziativa legislativa per promuovere un referendum popolare mirato ad abrogare la liberalizzazione selvaggia e ripristinare la possibilità per le Regioni di normare orari di apertura e chiusura, chiusure festive e infrasettimanali. Va detto che il referendum può essere indetto solo se proposto da cinque Regioni.
A livello nazionale invece, con un movimento trasversale, la politica sta ridiscutendo la materia, con l'intenzione di modificare l'art. 31 del Decreto "Salva Italia" del Governo Monti, che aveva totalmente liberalizzato le aperture. A tale riguardo, la Presidenza della Camera dei Deputati ha incaricato il CNEL di valutare i "Possibili effetti della reintroduzione di una regolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali", operazione che l'Istituzione incaricata ha effettuato dando audizione ai soggetti interessati, tra i quali Confcommercio che sull’argomento continua la sua azione di pressing. In tal senso, inoltre, l’Ufficio studi confederale ha realizzato una specifica indagine, illustrata anche in audizione, sull'impatto della totale liberalizzazione del commercio al dettaglio sui negozi di prossimità.
Sul ritorno d’attualità del tema  è intervenuto nei giorni scorsi il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon che, riferito all’iniziativa regionale ha definito il referendum  “costoso,  con tempi incerti e spesso lunghi. Meglio sarebbe – ha affermato Zanon - accelerare l’iter del provvedimento che regola le aperture festive e che è già all’esame della Commissione per le Attività Produttive della Camera. Se però un referendum ci sarà, la nostra posizione è, com’è sempre stata, di netta contrarietà alle aperture illimitate. Non si tratta di un atteggiamento di chiusura totale, ma del rifiuto di un regime che non ha eguali nei Paesi europei a noi più vicini”.
Confcommercio Veneto sollecita dunque una regolamentazione della materia che in virtù della vocazione turistica del territorio preveda un certo numero di aperture domenicali e festive e invita i parlamentari veneti ad adoperarsi perché il provvedimento, seguito dalla Confederazione a livello nazionale, possa arrivare all’approvazione in tempi brevi, introducendo una normativa il più possibile omogenea a livello nazionale.


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