La Commissione attività produttive della Camera ha terminato l'esame degli emendamenti alla proposta di legge sugli orari dei negozi. Il 25 settembre, dopo il via libera al mandato al relatore, approderà in Aula a Montecitorio dove potrebbe ricevere il primo via libera e passare poi al Senato. Rispetto al testo base, da segnalare l'approvazione di un emendamento che riduce a sei i giorni di chiusura obbligatoria, dimezzandoli rispetto ai 12 inizialmente previsti, e riserva agli esercenti, e non più ai Comuni, la scelta dei sei giorni in cui restare aperti, da scegliere tra le 12 festività di legge. Un altro mendamento che ha ricevuto l'ok della Commissione prevede che gli esercizi commerciali che non rispettano l'obbligo di chiusura in almeno 6 dei 12 giorni di festività previsti saranno puniti con una multa da 2mila a 12mila euro e, in caso di particolare gravità e recidiva (cioè la violazione per due volte in un anno), con la sanzione accessoria della chiusura dell'esercizio da uno a dieci giorni.
Ok anche a un emendamento in base al quale il sindaco di un Comune, "sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica", può decidere ma solo "per un periodo non superiore a tre mesi" e nelle zone "interessate da fenomeni di aggregazione notturna", ovvero zone della movida, gli orari di apertura e chiusura di esercizi e attività commerciali "qualora esigenze di sostenibilità ambientale o sociale rendano necessario limitare l'afflusso di pubblico in tali zone e orari".
Sul provvedimento Confcommercio sottolinea che "le imprese del commercio continuano a chiudere, oltre 60 mila nei primi sei mesi di quest'anno, e i consumi sono drammaticamente fermi al palo con una spesa delle famiglie che, negli ultimi otto anni, si è ridotta di oltre il 7%. In questa situazione, le liberalizzazioni del commercio attuate con il provvedimento Monti del 2011 non hanno prodotto nè maggiore concorrenza, anche perchè il settore distributivo italiano è già ampiamente liberalizzato, né hanno generato quello stimolo ai consumi e all'occupazione che qualcuno si aspettava". "Pertanto, pur rispettando il parere dell'Antitrust, Confcommercio è convinta che bisogna proseguire nella direzione, peraltro delineata dalla Commissione attività produttive della Camera, che è quella di reintrodurre una regolamentazione in materia di orari dei negozi. L'obiettivo è quello di arrivare ad avere deroghe certe all'interno di un chiaro quadro normativo. Solo così si può contribuire a consolidare il modello distributivo italiano, fatto di piccole, medie e grandi imprese, consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e commerciale, anche in particolari periodi dell'anno, e alle imprese di contenere i costi e di avere una corretta e certa attività di gestione. Allo stesso tempo si rispetta il valore sociale di queste imprese e si garantisce il mantenimento di un adeguato livello nell'offerta dei servizi ai consumatori in linea peraltro con quello che accade in Europa".
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