E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 25 maggio 2017 n. 92 sulla compravendita di oggetti preziosi usati, alla quale dovranno adeguarsi anche i gioiellieri. Una riorganizzazione della disciplina molto attesa soprattutto dagli operatori professionali, anche se, secondo Federpreziosi Confcommercio, all'indomani della lettura approfondita il testo lascia ancora più di una questione irrisolta.
Nelle prime ore seguite alla pubblicazione del decreto, infatti, la Federazione ha ricevuto dagli associati numerose sollecitazioni e richieste di chiarimento. "Se questa doveva essere la soluzione per un reale problema, c'è da chiedersi dove i nostri legislatori abbiano visto la soluzione, soprattutto dopo avere sentito i pareri delle Commissioni preposte, che avevano indicato vie sicuramente più adeguate sulla base di dati e di puntuale documentazione fornita dagli operatori che lavorano sul campo", fa sapere Federpreziosi, che ha riassunto in sei punti i dubbi più ricorrenti. Le risposte, naturalmente, spetterebbero al legislatore.
"Negli ultimi mesi – ha detto Steven Tranquilli, Direttore di Federpreziosi Confcommercio – la riorganizzazione della disciplina riguardante la compravendita di oggetti preziosi usati è stata oggetto di un'intensa attività della nostra Federazione, unitamente a Confcommercio Imprese per l'Italia, volta a salvaguardare da una serie di adempimenti gli operatori del settore che svolgono tale attività in maniera secondaria o occasionale rispetto a quella principale di vendita al dettaglio di oggetti realizzati in tutto o in parte in metalli preziosi: le note informative diffuse sull'argomento la illustrano in maniera ampia e dettagliata".
Le Commissioni Parlamentari avevano espresso parere favorevole sul testo, a condizione che il Governo nell'ambito dell'intervento legislativo prevedesse meccanismi tali da distinguere efficacemente, attraverso un codice ATECO specifico, i soggetti che svolgono prevalentemente attività di compro oro. Ma il testo del Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri, fa sapere Federpreziosi, disattende tale previsione ritenendo, che "il riferimento in definizione al codice ATECO è improprio, nella misura in cui si tratta di un codice del tutto privo di valenza definitoria e utilizzato per fini strettamente statistici. Per tale motivo e al fine di eliminare possibili equivoci in ordine alla possibilità che la disciplina dettata dal legislatore delegato trovi applicazione unicamente agli operatori commerciali cui è attribuito un determinato codice ATECO, prestandosi a utilizzi elusivi della normativa, si è provveduto a stralciarne la previsione. D'altra parte l'individuazione e il censimento degli operatori compro oro avverrà a regime attraverso i dati contenuti nel registro dei compro oro istituito dallo schema di decreto delegato".
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