La notizia è passata un po’ in sordina per l’opinione pubblica, ma non per gli addetti ai lavori, in particolare per i titolari di negozi nei cui scaffali non mancano prodotti con prezzi che comprendono anche i centesimi. Stiamo parlando della sospensione del conio delle monetine metalliche da 1 e 2 centesimi di euro, disposto a decorrere dall’1 gennaio 2018. Questa decisione, motivata dallo scarso utilizzo delle monetine la cui produzione però è alquanto costosa (per coniare una moneta da 1 centesimo lo Stato ne spende 4,5), non avrà probabilmente particolari riflessi nel breve periodo, perché continueranno ad avere valore legale e potranno essere ancora scambiate. Nel caso però il consumatore, al momento di pagare l’importo dello scontrino, non abbia nel portafogli monete da 1 o 2 centesimi, così come non siano disponibili dal negoziante per dare il resto, scatta l’arrotondamento. La norma in questo caso prevede che “l’importo è arrotondato, a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, al multiplo dei cinque centesimi più vicino”. In sostanza, si effettua un arrotondamento per difetto se l’importo è, ad esempio, di 10,52 euro (arrotondati a 10,50) e per eccesso se l’importo è, ad esempio, 10,53 euro (arrotondato a 10,55).
“Non credo che questa novità porterà particolari disagi ai consumatori – è il commento di Ernesto Boschiero, direttore della Confcommercio di Vicenza -, mentre qualche piccolo correttivo lo comporta per i negozianti, che devono tenere il registro dei corrispettivi indicando gli arrotondamenti contabili attivi e passivi. I nostri uffici sono comunque pronti a rispondere a tutte le richieste di chiarimento e a valutare eventuali casi particolari che si dovessero verificare”.
Da rilevare, poi, che l’arrotondamento non vale qualora il pagamento sia effettuato con bancomat o carta di credito, perché ovviamente, in questo caso, non si tratta di estrarre dal portafoglio le famose monetine. A tale proposito, agli uffici di Confcommercio Vicenza arrivano molte richieste degli associati sull’obbligo di accettazione di pagamenti con il terminale Pos, ma novità sull’argomento non ce ne sono: anche gli ultimi provvedimenti legislativi di natura finanziaria approvati in materia di servizi di pagamento nel mercato interno, non sono intervenuti in materia di sanzioni per la mancata accettazione di pagamenti tramite carte di credito e di debito. “Su questo tema la nostra posizione è chiara – conclude il direttore Confcommercio Ernesto Boschiero -: prima di obbligare i negozianti ad accettare il bancomat o la carta di credito, obblighino le banche ad abbassare i costi di transazione. Non si capisce perché, a pagare per la diffusione della moneta elettronica devono essere i “soliti noti”, vale a dire i commercianti, e non gli Istituti di Credito che ne traggono il vero vantaggio”.
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