Martedì 6 aprile Confcommercio è stata ascoltata in Parlamento in merito all'iter di conversione in legge del "Decreto Sostegni". Davanti alle Commissioni riunite Bilancio, Finanza e Tesoro del Senato la Confederazione, rappresentata dal membro di Giunta Enrico Postacchini, ha portato in Parlamento le cifre emblematiche del gravissimo impatto economico e sociale generato dall’emergenza legata al Covid -19:
Di qui “l’ormai evidente insostenibilità economica e sociale del ricorso al modello del ‘più chiusure’” e la “necessità assoluta del decollo operativo della campagna di vaccinazione”. Oltre ovviamente, all’esigenza di un “deciso rafforzamento, entro e oltre il perimetro del decreto, delle risorse dedicate ai ristori per imprese, professionisti e partite Iva”.
I Ristori insufficienti
Bene l’archiviazione del meccanismo dei codici Ateco, ha proseguito Confcommercio, ma i ”soggetti interessati sono circa tre milioni per un ristoro medio stimato intorno ai 3.700 euro”. “Non ci siamo e lo ribadiamo: servono ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso e che tengano conto anche dei costi fissi, più tempestivi in termini di meccanismi operativi”, ha scandito Postacchini.
A questo proposito, la memoria presentata al Senato sottilinea che è evidente l’esigenza sia di rafforzare decisamente il contributo - agendo tanto sulla base di calcolo costituita da un solo dodicesimo del differenziale di fatturato e corrispettivi tra 2020 e 2019, quanto sulla misura della percentuale di ristoro -, sia di renderlo più inclusivo in riferimento al filtro di accesso di una caduta di fatturato e corrispettivi di almeno il trenta per cento nel 2020 rispetto al 2019, così come riguardo al filtro ulteriore costituito dal tetto massimo di ricavi o compensi di dieci milioni di euro. Ne deriva, tra l’altro, l’urgenza di un nuovo e robusto scostamento di bilancio.
Adeguatezza, inclusività e tempestività – è sottolineato nella memoria depositata dalla Confederazione - servono anche “per le misure dedicate a turismo, montagna e cultura, professioni”, mentre per i trasporti “occorre sostenere tutto il sistema dell’accessibilità non limitandosi al solo trasporto pubblico locale”. Sul versante degli ammortizzatori sociali, “bene la proroga della Cassa Covid, ma vanno assicurati la continuità rispetto al ciclo di prestazioni precedenti e l’ulteriore finanziamento del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti”.
Le altre priorità
Tra le altre priorità evidenziate nella memoria della Confederazione, la necessità e l’urgenza di intervenire per dare tempestiva risposta ad un ampio ventaglio di questioni aperte: dalle moratorie fiscali più ampie e dal rendere facoltativi gli indici sintetici di affidabilità fiscale ai crediti d’imposta dedicati (sulle rimanenze finali di magazzino per il settore della distribuzione moda; per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione) fino alla riduzione dei costi di utilizzo ed accettazione degli strumenti di moneta elettronica; dalla riduzione strutturale delle componenti fisse delle tariffe elettriche (distribuzione, misura ed oneri generali di sistema) alla TARI ed al canone speciale di abbonamento RAI.
Proroga di misure di sostegno a favore di pubblici esercizi e commercio aree pubbliche
Il documento presentato ai Senatori delle Commissioni entra nello specifico anche sulle misure a sostegno di pubblici esercizi e operatori su aree pubbliche, ricordando che è stata prorogata, dal 31 marzo 2021 al 30 giugno 2021, l’esenzione dal versamento del “Canone Unico” previsto dalla legge di bilancio 2020.
"Si ritiene, tuttavia - sottolinea la memoria -, che la proroga dell’esenzione dal versamento del predetto Canone, riguardando un periodo di tempo breve (da marzo a giugno), non sia sufficiente a garantire un concreto beneficio fiscale ad aziende particolarmente colpite dalle misure restrittive adottate per il contenimento della pandemia. Sarebbe, pertanto, opportuna una ulteriore proroga dell’esenzione in questione almeno fino al 31 dicembre 2021.
Credito d’imposta locazioni commerciali e affitto d’azienda
In questa fase, una risposta concreta alle difficoltà economiche che stanno affrontando imprese e lavoratori autonomi potrebbe essere rappresentata, ha evidenziato il documento di Confcommercio nazionale "dalla proroga del credito d’imposta a valere su locazioni commerciali e contratti d’affitto d’azienda e dalla promozione, per via fiscale, di intese tra locatori e locatari (con riduzioni dei canoni di locazione a fronte del riconoscimento del regime della cedolare secca).
Il credito d’imposta dovrebbe interessare tutti i soggetti IVA, indipendentemente dal requisito del volume dei ricavi dichiarati, che presentino – quale requisito sostanziale di accesso al beneficio - un calo di fatturato significativo rispetto al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2019 (ultimo anno di normale svolgimento dell’attività).
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