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CONFCOMMERCIO VICENZA SUL DECRETO LAVORO: BENE LE MISURE, MA SERVE RIDURRE IL COSTO DEL LAVORO

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 1 maggio il provvedimento. Il presidente Piccolo: “Sono interventi che attribuiscono più potere d’acquisto ai lavoratori. Corretto promuovere un sistema di sicurezza sociale orientato al lavoro”

venerdì 05 maggio 2023
IL GOVERNO "VARA" IL DECRETO LAVORO IL GOVERNO "VARA" IL DECRETO LAVORO

Nel Consiglio dei Ministri del primo maggio, il governo ha approvato un decreto legge, finanziato dai 3,4 miliardi dello scostamento di bilancio approvato dal Parlamento insieme al Def, il Documento di economia e finanza, che contiene varie misure legate al lavoro, come la riduzione del "cuneo fiscale", la sostituzione definitiva del reddito di cittadinanza, e un ampliamento delle possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato.

Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza, interviene così, per commentare le misure varate dal Governo: "Giusto l’obiettivo di ridurre il cuneo attraverso l’esonero parziale contributivo sui redditi da lavoro dipendente. Apprezzabile anche il maggior tetto di detassazione per il welfare aziendale, anche se la misura è limitata solo ai dipendenti con figli a carico.  Sono entrambi interventi che attribuiscono più potere d’acquisto alle famiglie, quindi  positive, nonostante l’ammontare non superi mediamente i 100 euro mensili per lavoratore. Determinante – sottolinea - sarà proseguire in questa direzione e trovare al più presto le risorse per confermare i tagli al cuneo anche per il 2024. Noi di Confcommercio auspichiamo, inoltre, siano messe in campo al più presto anche  misure strutturali mirate a  ridurre il costo del lavoro delle imprese, come ad esempio, la detassazione degli aumenti contrattuali”.
“In generale – continua Piccolo – crediamo che la scelta di promuovere un sistema di sicurezza sociale più saldamente fondato sul lavoro, sia un orientamento corretto, soprattutto se attuato attraverso percorsi di studio o di formazione personalizzati e coerenti con le richieste di lavoratori provenienti dalle imprese. Sarà comunque cruciale, ancora una volta – commenta il presidente di Confcommercio Vicenza -, la dimensione attiva degli interventi, sia per il buon esito dei percorsi formativi, sia del sistema di contrasto dei rischi di esclusione sociale e lavorativa”.
Confcommercio promuove poi le norme sui contratti a termine oltre i 12 mesi e fino a 24 mesi: la contrattualizzazione delle causali potrà contribuire a rispondere all'esigenza di una buona flessibilità. 

Le misure approvate

Ma vediamo da vicino in cosa consistono le misure approvate, così come illustrate nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri. Maggiori informazioni saranno fornite su questo sito una volta analizzato il decreto che è stato pubblicato ieri (4 maggio)  in Gazzetta Ufficiale.

Misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale

Si innalza, dal 2 al 6 per cento, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità). L’esenzione è innalzata al 7 per cento se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro.

Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati.

Misure sui contratti a termine

Si apportano modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.

Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi:

  • nei casi previsti dai contratti collettivi;
  • per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;
  • per sostituire altri lavoratori.

Misure di inclusione sociale e lavorativa, di accompagnamento al lavoro e di incentivazione dell’occupazione giovanile

Dal 1° gennaio 2024, si introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, che consiste in una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione.

Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come “fragili”, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente:

  • a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;
  • a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.

Per evitare il godimento irregolare del beneficio, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), dell’INPS, della Guardia di finanza e dei Carabinieri.

I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale. Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80 per cento di quello riconosciuto ai datori di lavori.

Ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive. Tra tali misure rientra anche il servizio civile universale, per accedere al quale sono previste deroghe ai limiti di età e quote di riserva nei relativi bandi. Al fine di beneficiare dello strumento, i soggetti interessati dovranno registrarsi su una piattaforma informatica nazionale, rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, rispondere a determinati requisiti e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato, a seguito del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in specifici progetti di formazione. Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili.

Inoltre, per favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60 per cento della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100 per cento, per un periodo massimo di trentasei mesi, e con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente.

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