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RIFIUTI: ENTRO IL 31 MAGGIO LE AZIENDE SCELGONO A CHI AFFIDARE LA GESTIONE

La decisione inciderà sulla TARI, ma solo per la componente variabile del servizio asporto rifiuti

martedì 25 maggio 2021
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Entro il 31 maggio prossimo le attività commerciali al dettaglio e all’ingrosso, i pubblici esercizi e ogni altra impresa che produca rifiuti non pericolosi, possono scegliere se continuare a conferire i propri rifiuti al servizio pubblico o decidere di avvalersi a questo scopo di un gestore privato. In questo caso, l’impresa, dimostrando di aver avviato al recupero (mediante l’attestazione rilasciata dal soggetto che effettua tale l’attività), beneficia di uno sconto sulla componente variabile della TARI (tassa rifiuti) rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti. La comunicazione dovrà essere inviata al Comune dove ha sede l’attività e la scelta effettuata varrà dal 1°gennaio 2022. Qualora non si invii alcuna comunicazione l’impresa rimarrà nel servizio pubblico di asporto dei rifiuti, ma (aspetto importante perchè deriva da una specifica richiesta di Confcommercio) potrà comunque sempre scegliere, gli anni successivi ed entro il 30 giugno, di passare al privato (in questo caso la scelta sarà poi vincolante per 5 anni a meno di ulteriori modifiche legislative, che sono auspicabili).

A dir la verità, comunque, il quadro non è però del tutto chiaro. “Alcune ditte associate si sono rivolte ai nostri uffici, chiedendo cosa devono comunicare e a chi - spiega Ernesto Boschiero, direttore dell’Associazione di Vicenza -, in quanto la normativa non specifica né i modelli, né le informazioni da dichiarare. Noi in ogni caso abbiamo predisposto un fac-simile per procedere con l’adempimento nei tempi indicati, sulla base delle informazioni disponibili”.

La questione nasce dal cambio della normativa, a seguito delle modifiche apportate allo storico Testo Unico Ambientale dal D. Lgs. 116/2020. Una successiva circolare del Ministero della transizione ecologica, in condivisione con gli uffici del Ministero delle finanze, emanata il 12 aprile scorso, ha quindi ribadito che tutte le imprese - a prescindere dal codice Ateco di iscrizione in Camera di Commercio e, quindi, anche tutte le attività commerciali, che decidono di abbandonare il servizio pubblico - devono essere esonerate dalla quota variabile del tributo in proporzione ai quantitativi gestivi in via autonoma. Da qui la necessità di darne comunicazione entro il 31 maggio di ogni anno.

“Quello che ancora appare incomprensibile – spiega Boschiero -, e per il quale Confcommercio ha chiesto una soluzione, è che mentre le superfici dove avviene la lavorazione industriale e artigianale sono escluse dall'applicazione della Tari, sia per la quota variabile, sia per quella fissa, compresi i magazzini di materie prime, di merci e di prodotti finiti, le imprese del comparto del Terziario dovranno continuare a pagare la componente fissa della tassa, anche se optano per il servizio privato di recupero e riciclo dei rifiuti prodotti. Questo è un controsenso, soprattutto per mense, uffici e altre attività che solitamente conferiscono la totalità dei rifiuti a un gestore che li recupera o li ricicla”.

Per informazioni più dettagliate sulla norma, vedi questo articolo.

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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