La sanzione sull’obbligo di accettazione del pagamento tramite Pos da parte degli esercenti non è una sorpresa per gli addetti ai lavori, perché se ne parlava già dal 2017. Ma a bloccare l‘introduzione effettiva delle multe era stata anche la forte azione sindacale di Confcommercio nazionale, che chiedeva prima, da parte dei vari Governi che si sono succeduti, un intervento sul sistema bancario per abbattere le gravose commissioni che le attività devono pagare quando si dotano degli apparati di pagamento elettronico, nonché su ciascuna transazione. “Il problema è che negli ultimi cinque anni poco o nulla è stato fatto a livello strutturale su questo tema – afferma Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza - ad eccezione di una serie di interventi adottati con il sistema dei crediti d’imposta su una parte dei costi sostenuti dalle imprese. Le banche continuano a guadagnare come prima sulle transazioni e i commercianti si ritrovano a sostenere costi su costi. Questo anticipo sull’applicazione delle sanzioni è incomprensibile – incalza il presidente Rebecca - e dimostra l’incapacità di avviare una seria riforma del sistema e di intervenire con autorevolezza sulle banche”.
Non si tratta, il presidente Rebecca lo dice chiaro e tondo, di voler ostacolare l’evoluzione sempre maggiore verso la moneta elettronica: Anzi. “Siamo favorevoli – spiega il presidente di Confcommercio Vicenza - a tutto ciò che aiuta un processo di modernizzazione del sistema dei pagamenti, perché va a vantaggio degli esercenti e dei clienti. Non è un caso se la notevole crescita dell’adozione e dell’uso dei terminali Pos è avvenuta negli anni senza il bisogno di alcuna sanzione. Ma se l’obiettivo è far crescere l’utilizzo della moneta elettronica non lo si può fare a spese dei commercianti – incalza il presidente Rebecca -, tanto più in un periodo come questo nel quale il dettaglio e i pubblici esercizi stanno svolgendo un ruolo sociale importantissimo per non trasferire tout court sul consumatore finale l’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia”.
Eppure gli esercenti, tra alcune settimane, non potranno che accettare il pagamento tramite Pos con bancomat o carta di credito per qualsiasi cifra, anche qualche centesimo, pena una multa di 30 euro, più il 4% dell’importo della transazione rifiutata.
Il problema riguarda l’incidenza dei costi dei pagamenti elettronici per certe attività come benzinai, edicole, tabaccai, che hanno margini risicatissimi sui propri volumi di vendita e per i quali anche solo qualche centesimo di costo in più rischia di sparigliare i conti del bilancio. E poi c’è la questione delle micro transazioni, che interessa un po’ tutti ma che può abbattersi anche e soprattutto sulla categoria dei bar. Oggi, con le tecnologie contactless, anche pagare un caffè con la moneta elettronica può essere facile e veloce, ma questo significa moltiplicare a dismisura transazioni e conseguentemente costi per le imprese. A tutto ciò si aggiunge la questione di chi vive in aree “marginali” non servite da reti infrastrutturali che consentano l’installazione dei Pos: come fare in questi casi? “Noi chiediamo da tempo l’introduzione della gratuità delle micro transazioni e un intervento per le zone dove il servizio rischia di non arrivare, prima di introdurre qualsiasi ipotesi di sanzione – conclude il presidente Rebecca -. Per questo la “fuga in avanti” sul tema sanzioni è sbagliata nei modi e nei tempi”.
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