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IN DIFESA DEL LAVORO ACCESSORIO

Le iniziative di Confcommercio nazionale, che sostiene l’assoluta necessità di preservare tale strumento, anche se con correttivi per evitare forme di abuso

mercoledì 15 marzo 2017

In materia di lavoro accessorio, il così detto voucher, il Governo appare intenzionato ad effettuare cambiamenti radicali con l’intento di rivedere la normativa di applicazione di tale strumento, sul quale, peraltro, alcuni mesi fa era già intervenuto per introdurre il concetto di tracciabilità.
Secondo le recenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro Poletti l’orientamento è quello di prevedere una limitazione dell’utilizzo dei voucher alle sole famiglie e ai piccoli lavori con esclusione, se non totale, di gran parte delle imprese.
Sul tema, come è noto, Confcommercio è impegnata già a partire dalla seconda parte dello scorso anno, quando il Governo aveva espresso la volontà di introdurre una manovra correttiva rispetto alla legge precedentemente emanata, dopo che diversi settori crescenti del sindacato e diversi parlamentari si erano mobilitati per una abrogazione dell’istituto del lavoro accessorio o, in subordine, per un suo ridimensionamento riportandolo alla legge Biagi.
Confcommercio si è attivata incontrando diversi esponenti politici per sostenere l’assoluta necessità di preservare lo strumento, disponibile ad alcuni correttivi per  evitare forme di abuso. Di fronte a questo tentativo di superamento dello strumento voucher, le misure correttive del Jobs Act poste in essere dal precedente Governo, con cui è stata disposta la tracciabilità dei buoni introducendo nuovi obblighi di comunicazione per chi utilizza il lavoro accessorio, erano state considerate accettabili. In merito alla nuova posizione del Governo, Confcommercio  intende svolgere un’azione di difesa dello strumento in quanto utile e funzionale a un mercato del lavoro flessibile, sia pure con i necessari aggiustamenti in relazione al carattere di occasionalità che la prestazione deve avere.
A sostegno delle nostre posizioni possiamo ribadire che:
i voucher vengono impiegati come forma di pagamento nei settori in cui il loro utilizzo risponde a diverse esigenze legate al fabbisogno di manodopera, limitato a poche ore, originato da intensificazioni temporanee dell'attività dovute a flussi non ordinari o non programmabili di clientela oppure legate alle sostituzioni di lavoratori assenti; 

  • non esiste l’effetto di sostituzione di precedenti rapporti di lavoro (considerati stabili); 
  • i soggetti interessati sono in maggioranza studenti, pensionati e lavoratori in regime di ammortizzatori sociali e che in molti casi, anche laddove si parli di significative quote di buoni lavoro utilizzati, è altrettanto alta la percentuale di posizioni che poi vengono stabilizzate da parte delle aziende (rappresenta una fonte importante di integrazione del reddito);
  • al di là dei sempre opportuni adeguamenti della materia ai fini di una maggiore trasparenza e correttezza le novità legislative introdotte hanno funzionato, hanno prodotto reddito e contribuzione, hanno contrastato il lavoro nero. 


Per questi motivi Confcommercio prosegue  la sua attività istituzionale, anche attraverso una serie di incontri con esponenti parlamentari e del Governo, nella consapevolezza della difficoltà della  partita che si sta giocando, pur di conservare l’utilizzo dei voucher per i nostri settori.     


ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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