L'Inps ha completato, entro la data prevista del 15 ottobre scorso, le operazioni di verifica delle domande di riconoscimento delle condizioni di accesso ai benefici per i richiedenti l'APE social, o l'accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci. L’Ape Social, lo ricordiamo, è un anticipo pensionistico che viene riconosciuto prima che sia maturata l’età pensionistica (di vecchiaia) e riguarda categorie di lavoratori che hanno diritto a tutele specifiche. Tali diritti sono stati introdotti con la legge 11 dicembre 2016, n. 232, Legge di bilancio 2017.
Dal controllo effettuato dall’Inps è risultato che molte domande di Ape Social sono state respinte: molti lavoratori si sono visti rifiutare la domanda perché avevano lavorato due o tre giorni con il lavoro interinale o con voucher, mantenendo comunque lo status di disoccupati.
Questo è solo un esempio, i casi sono tanti e la maggior parte delle respinte sono inesatte. Infatti, su un totale di 66.000 domande di accesso all’Ape social o alla pensione anticipata per i lavoratori precoci, il 70% è stato rifiutato. In base alle ultime novità, l’Inps ora dovrà riesaminare le istanze scartate.
Lo rende noto l'Istituto di previdenza, sottolineando che "alla luce dei nuovi indirizzi interpretativi" da parte del Ministero del Lavoro su alcune categorie di lavoratori, l'Inps "procederà al riesame delle istruttorie relative" e che "in caso di eventuale esito positivo del riesame stesso, sarà trasmesso d'ufficio agli interessati il provvedimento di certificazione del diritto al beneficio richiesto".
Il riesame d’ufficio potrà riguardare i disoccupati esclusi, con l’accoglimento anche delle domande di coloro che durante la disoccupazione hanno avuto periodi di occupazione attraverso voucher, lavoro in somministrazione, lavoro a termine. È la categoria più numerosa (oltre 34mila domande) e si potrà forse arrivare alla riammissione di circa 10mila persone.
Il problema più serio però, riguarda le cosiddette attività gravose: infatti dall’Inps si attribuisce la «colpa» delle numerose esclusioni (oltre la metà delle 15mila domande) ai responsi di Inail e dello stesso Ministero, dunque, l’Istituto provvederà ad inviare gli elenchi dei “bocciati” al Ministero perché si provveda ad ammetterli in graduatoria.
Con un altro messaggio, l’Inps ha chiarito che il requisito contributivo per accedere all’Ape potrà comprendere anche i contributi per il lavoro all’estero in Paesi europei convenzionati con Italia, ma il lavoratore ne deve chiedere la totalizzazione. La precedente indicazione, quindi, dell’Istituto che escludeva i contributi esteri viene a cadere.
I riesami, ha spiegato l’Inps, "non incideranno sulla decorrenza del trattamento richiesto, che per il 2017 rimarrà agganciata alla data di maturazione dei requisiti e delle condizioni di legge".
Per qualsiasi problematica attinente tale argomento, o per altra questione di natura previdenziale, il Patronato 50&Più Enasco offre gratuitamente la consulenza e l’assistenza necessaria. Si ricorda a tale proposito, che è attivo uno sportello dedicato per i consulenti del lavoro, attivo tutti i martedì pomeriggio, previo appuntament6o telefonico al n. 0444 964300.
Sempre relativamente all’Ape Social vanno specificate le prossime scadenze: chi ha maturato i requisiti dopo la chiusura del termine per l'inoltro della domanda (15 luglio) può presentare domanda entro il 30 novembre. Mentre chi li matura entro il 2018, deve presentare la domanda entro il 31 marzo 2018.
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