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PAGAMENTO DELLA RETRIBUZIONE CON STRUMENTI TRACCIABILI

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha fornito indicazioni in merito al divieto di pagamento della retribuzione in contanti. Ricordiamo le principali novità

martedì 18 settembre 2018

Dallo scorso 1° luglio 2018 i datori di lavoro privati (a prescindere dalla forma giuridica) ed i committenti non possono più corrispondere la retribuzione/compenso ai lavoratori (dipendenti, collaboratori e soci di cooperativa), o loro anticipi, per mezzo di denaro contante.

Il divieto di pagamento in contanti

  • riguarda esclusivamente gli elementi della retribuzione ed ogni anticipo della stessa;
  • non si applica in caso di corresponsione di somme a diverso titolo, tra cui rientrano gli anticipi/rimborsi relativi a spese che i lavoratori devono sostenere nell’interesse del datore di lavoro e nell’esecuzione della prestazione (ad esempio: spese di viaggio, vitto e alloggio).

A riguardo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro precisa che l’indennità di trasferta, avendo natura “mista” (risarcitoria e retributiva solo quando superi un determinato importo ed abbia determinate caratteristiche), è soggetta al divieto di pagamento in contanti, diversamente dalle somme versate esclusivamente a titolo di rimborso che hanno natura solo restitutoria.

Modalità di pagamento consentite

La retribuzione (o il compenso) deve essere corrisposta ai lavoratori, da parte dei datori di lavoro (o committenti), tramite banca/ufficio postale utilizzando esclusivamente una delle seguenti modalità:

  • Bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore.
  • Strumenti di pagamento elettronico. Rientra tra gli “strumenti di pagamento elettronico” il versamento degli importi dovuti su carta di credito prepagata intestata al lavoratore, anche qualora la carta non sia collegata ad un IBAN; in quest’ultimo caso, per consentire l’effettiva tracciabilità dell’operazione eseguita, il datore di lavoro dovrà conservare le ricevute di versamento.
  • Pagamento in contanti presso lo sportello bancario/postale dove il datore di lavoro ha aperto un c/c di tesoreria con mandato di pagamento. L’INL precisa che rientra in tale fattispecie anche l’ipotesi in cui il pagamento delle retribuzioni venga effettuato al lavoratore in contanti presso lo sportello bancario ove il datore di lavoro abbia aperto e risulti intestatario di un conto corrente o conto di pagamento ordinario soggetto alle dovute registrazioni. In tal caso, infatti, il pagamento è effettuato dalla banca e risulta sempre tracciabile anche ai fini di una possibile verifica da parte degli ispettori.
  • Emissione di un assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, ad un suo delegato.

È inoltre necessario che vengano esplicitati nella causale i dati essenziali dell’operazione: datore di lavoro che effettua il versamento, lavoratore/beneficiario, data e importo dell’operazione, mese di riferimento della retribuzione.

Regime sanzionatorio

Va ricordato, inoltre, che i datori di lavoro/committenti che violano tale obbligo e che, pertanto, effettuano il pagamento delle retribuzioni/compensi (o loro anticipi) utilizzando denaro contante sono soggetti ad una sanzione amministrativa da 1.000 a 5.000 euro.

Tale sanzione prescinde dal numero di lavoratori interessati dalla violazione e, in caso di pagamenti mensili, trova applicazione per ciascun mese in cui si è verificato l’illecito.

Ad integrazione di quanto sopra, l’INL precisa che, qualora il personale ispettivo riscontri pagamenti in contanti per un importo stipendiale mensile complessivamente pari o superiore a 3.000 euro, si configura, altresì, la violazione dell’art. 49, comma 1, del D.Lgs n. 231/2007 (antiriciclaggio) punita con una sanzione amministrativa da 3.000 a 50.000 euro. 

ATTENZIONE: La notizia è riferita alla data di pubblicazione dell'articolo indicata in alto, sotto il titolo. Le informazioni contenute possono pertanto, nel corso del tempo, subire delle variazioni non riportate in questa pagina, ma in comunicazioni successive o non essere più attuali.

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