Il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, dopo una sospensione per approfondimenti tecnici, ha pubblicato nuovamente il bando “CONCILIAMO”, rendendolo ora accessibile anche alle PMI.
La novità del bando riguarda, infatti, la platea delle aziende che possono parteciparvi: (sono ora incluse anche micro, piccole e medie imprese) e la gradualità del contributo in base alle dimensioni del soggetto richiedente.
La versione aggiornata prevede sempre un contributo a fondo perduto per la realizzazione di progetti relativi al rapporto famiglia-attività lavorativa. In particolare all’incremento dell’occupazione femminile, al contrasto dell’abbandono degli anziani, al supporto della famiglia in presenza di componenti disabili, alla tutela della salute, alla crescita della natalità e al riequilibrio tra i carichi di cura tra uomini e donne.
I progetti devono avere una durata di almeno 24 mesi e devono essere nuovi o costituire lo sviluppo di progetti già esistenti.
A titolo esemplificativo, le misure di welfare aziendale potranno essere orientate alle seguenti azioni:
• flessibilità oraria e organizzativa, con adozione di iniziative quali banche del tempo, lavoro da remoto (telelavoro o smart working), part time, assunzioni a termine, permessi e congedi;
• promozione e sostegno della natalità e della maternità, attraverso incentivi alla natalità o specifiche iniziative formative per assenze di lungo periodo;
• interventi e servizi di supporto alla famiglia, quali, asili nido aziendali e contributi per servizi di baby sitting, contributi economici o rimborso delle spese sostenute per l’istruzione dei figli, forme di sostegno economico per la copertura totale o parziale delle spese sanitarie dei dipendenti e delle loro famiglie, erogazione di flexible benefit (ticket restaurant aggiuntivi, buoni acquisto, prestito agevolato, etc..), servizi di time saving, mobilità e caregivers.
I soggetti destinatari delle proposte di welfare aziendale sono le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e determinato, anche in part time, inclusi i dirigenti.
A fronte della dotazione finanziaria complessiva di 74 milioni di euro, il contributo erogabile a ogni richiedente, quale compartecipazione alla spesa varia:
• tra un minimo di 15 mila euro e un massimo di 50 mila euro, per le imprese con meno di 10 dipendenti, i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile siano uguali o inferiori ai 2 milioni di euro. Queste aziende devono contribuire con risorse finanziarie pari ad almeno il 10% del totale dell’importo richiesto dal progetto;
• tra un minimo di 30 mila euro e un massimo di 100 mila euro per le imprese con meno di 50 dipendenti, i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile siano uguali o inferiori ai 10 milioni di euro. Queste aziende devono contribuire con risorse finanziarie pari ad almeno il 15% del totale dell’importo richiesto dal progetto;
• tra una minimo di 100 mila euro e un massimo di 300 mila euro per le imprese con un numero di dipendenti da 50 a 250 dipendenti, i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile siano uguali o inferiori ai 50 milioni di euro. Queste aziende devono contribuire con risorse finanziarie pari ad almeno il 20% del totale dell’importo richiesto dal progetto;
• tra un minimo di 250 mila euro e un massimo di 1,5 milioni di euro per le imprese con oltre 250 dipendenti, i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile siano superiori ai 50 milioni di euro. Queste aziende devono contribuire con risorse finanziarie pari ad almeno il
30% del totale dell’importo richiesto dal progetto.
Le domande di finanziamento dovranno essere presentate entro le ore 12,00 del 18 dicembre 2019 tramite PEC a conciliamo@pec.governo.it, secondo le modalità illustrate nel bando.
Le proposte progettuali verranno esaminate da una Commissione che assegnerà alle stesse un punteggio, predisponendo una graduatoria. Le aziende ammesse al finanziamento dovranno poi stipulare una convenzione con il Dipartimento per le politiche della famiglia, e saranno tenute ad avviare le attività progettuali entro 30 giorni dalla sottoscrizione della convenzione e a rispettare le tempistiche indicate.
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