La plastica monouso cesserà di esistere, ma non così presto: la messa al bando di posate, piatti, bicchieri, contenitori take-away e altri prodotti plastici destinati all’uso singolo fortemente voluta dall’Unione Europea nell’ottica di una sempre maggior sostenibilità ambientale fatica a decollare.
Il 3 luglio 2021 era la data di termine per il recepimento della Direttiva UE 2019/904 da parte dei Paesi membri dell’Unione Europea, e nonostante l’Italia abbia promulgato la Legge 22 aprile 2021, n. 53 che accoglie le norme comunitarie di ultima pubblicazione tra cui appunto quella cosiddetta “SUP” (Single Use Plastic) l’iter di approvazione si è arenato per oggettive difficoltà tecniche e politiche.
Si attende infatti dal dicastero competente, che oggi porta il nome di Ministero della Transizione Ecologica, l’apposito Decreto che resta in bozza sino a quando non si saranno risolti i confronti con l’UE soprattutto per la scelta dei monouso da mettere al bando. Tra i coinvolti della Direttiva vi sono infatti anche i prodotti cosiddetti “compostabili” o ricoperti da sottili pellicole plastiche, che potrebbero avere un impatto ambientale decisamente minore e che l’Italia vuole inserire in una apposita deroga; non la pensa così l’UE che dal testo della Direttiva li parifica ai restanti prodotti e pertanto il braccio di ferro non è che all’inizio.
Va inoltre sottolineato che questo è un settore dove il nostro Paese è leader di mercato, pertanto è necessario trovare quanto prima il bilanciamento che fermi l’immissione incontrollata di plastica nell’ambiente senza penalizzare consumatori e produttori.
Al momento quindi non si corre il rischio di trovare gli scaffali vuoti, almeno sino a dopo l’estate non sarà approvato il testo che pone fine alla produzione e alla conseguente vendita di tali prodotti.
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